tumori per la maggior parte costituiti da carcinomi di origine epiteliale (di tipo squamoso o spinocellulare) con una minima quota di origine ghiandolare (adenocarcinomi). Si sviluppano perlopiù in tarda età: condizioni predisponenti sono tutte le infiammazioni (esofagiti), i disturbi neuromuscolari (acalasia) e le condizioni che rappresentano stimoli irritativi cronici, specialmente se associati all’uso smodato di alcol o tabacco, di per sé irritanti. Una quota significativa di tumori dell’esòfago è associata alla presenza di una particolare forma di lesione precancerosa della mucosa esofagea, nota come esofago di Barrett, che determina una metaplasia con assunzione di caratteri tipici delle tonache gastrica e duodenale. La difficoltà a deglutire, sempre più marcata, un aumento della salivazione (scialorrea), un singhiozzo inspiegabile e continuo costituiscono segni sospetti, che non devono essere trascurati, specialmente in età avanzata. I tumori dell’esòfago sono purtroppo scarsamente curabili: quando sia tecnicamente possibile, la chirurgia offre qualche possibilità palliativa, mentre nei casi inoperabili la chemioterapia o la radioterapia offrono risultati scarsi e non duraturi.