iperbilirubinemia benigna ad andamento cronico, legata a una difettosa captazione epatica della bilirubina. L’eziopatogenesi di tale condizione, che pare in alcuni casi essere ereditaria, è sconosciuta. Un modesto eccesso di bilirubina non coniugata nel sangue (tra i 2 e i 5 mg per 100 ml) è la sola alterazione significativa dovuta all’ìttero di Gilbert, che è la più comune fra tutte le iperbilirubinemie e che dura per tutta la vita. Si evidenzia il più delle volte in giovani adulti che lamentano sintomatologia vaga e non specifica. I valori della bilirubinemia tendono ad aumentare con il digiuno e con altri tipi di stress. In certi casi vengono colpiti diversi membri di una stessa famiglia, ma è difficile individuare un preciso modello di trasmissione genetica. Le prove di funzionalità del fegato e gli enzimi epatici (transaminasi, gamma-GT, fosfatasi alcalina) nel siero sono normali; i pigmenti biliari sono assenti dalle urine; la bilirubina è a reazione indiretta (non coniugata). Il fegato si rivela istologicamente normale alla biopsia epatica, che pertanto non è necessaria per la diagnosi. I pazienti devono solo essere tranquillizzati sul fatto che la loro non è una reale malattia del fegato. Non è necessaria alcuna terapia.