DOMANDA
Buongiorno,
8 mesi fa un membro della mia famiglia ha avuto un’emorragia cerebrale spontanea, a seguito della quale stato necessario un intervento di cranioplastica e derivazione del ventricolo peritoneale tramite valvola di Pudenz non regolabile (non ricordo se a media o alta pressione) a causa di un idrocefalo che si era formato. L’intervento é riuscito e fino a 3 mesi fa le tac hanno mostrato una dimensione dei ventricoli nella norma. Ad un controllo due mesi fa, l’idrocefalo si era riformato. Abbiamo sentito diversi neurochirurghi, alcuni ritenevano necessaria una revisione/sostituzione della valvola, altri dicevano di aspettare e fare una ulteriore tac a distanza di 1 mese. Dall’ultima Tac un mese fa l’idrocefalo era rimasto, ma sembrava ridotto, tanto che anche i neurochirurghi inizialmente favorevoli all’intervento hanno ora detto di aspettare un ulteriore periodo di tempo e fare un’altra tac di controllo.
Uno di questi specialisti ci ha suggerito di provare a “pompare” la valvola, premendo il serbatoio con un dito 50 volte al giorno. Vorrei capire se questa pratica del “pompaggio” è usata e se può portare benefici per il riassorbimento dell’idrocefalo o se invece ? inutile se non potenzialmente dannosa per il paziente. Per completezza, il paziente é vigile e collaborante, anche se talvolta appare confuso, parla ed esegue ordini semplici, presenta però una doppia emiparesi maggiore ad un lato del corpo.
Grazie in anticipo per il vostro aiuto
Cordialmente
RISPOSTA
il “pompaggio” della valvola di derivazione è una pratica che si può fare su tipi specifici di valvole.
Se il neurochirurgo l’ha consigliata allora la valvola in questione può sopportarla.
Si tratta comunque sempre di situazioni temporanee che richiedono chiarimento nel tempo (sostituzione del sistema o attesa)