DOMANDA
Buongiorno dottore, mi chiamo Daniela ed ho 40 anni. Da 10 anni soffro di un disturbo curioso all’orecchio destro. Inutile dire che ho fatto innumerevoli visite e mi sono sempre state date goccine antinfiammatorie ma senza esito. Insomma, sento dentro ed in profondità un ticchettio, come due minuscole palline di metallo che si toccano un paio di volte…e dopo 2 secondi ecco una fitta all’interno e se contemporaneam.faccio pressione sulla ghiandola dietro l’orecchio, ecco che mi duole pure quella. Il tutto dura 4 secondi ma si ripete una decina di volte durante la giornata. Anni fa mi succedeva indipendentem.dallo stress, dal meteo ecc. Ultimamente noto che si acuisce quando c’è fresco oppure quando ho la gola infiammata. Grazie infinite per la pazienza.
RISPOSTA
Gentile Sig.ra Daniela,
il dolore all’orecchio, definito otalgia oppure otodinia (con qualche sfumatura tra i 2 termini), può essere ovviamente legato ad una malattia dell’orecchio medio o del padiglione auricolare-condotto uditivo quali le otiti esterne e medie. In questi casi il dolore è spesso persistente almeno per diverse ore all’esordio e non di breve durata, per quanto ripetuto. Inoltre i muscoli dell’orecchio interno, quali lo stapedio, possono essere studiati con semplici esami ambulatoriali.
In altri casi il dolore può essere avvertito all’orecchio anche se a genesi da altre strutture; senza voler essere esauriente, citerei una patologia della ghiandola parotide, posta appena sotto il condotto uitivo, un quadro di tipo “artrosico” dell’articolazione temporo mandibolare, l’articolazione che unisce la mandibola allo scheletro faciale, ed una patologia del faringe, particolarmente delle zona delle logge tonsillari e dell’ipofaringe. Anche il rinofaringe, particolarmente l’apertura della tuba, canale che serve a portare aria alla cassa del timpano deve essere considerato.
Come vede, la diagnosi necessita una attenta valutazione ed alcuni esami, da individuarsi dopo la visita; non nego che in alcuni casi questi “sintomi poco specifici” non riusciamo a diagnosticarli con esattezza, spesso accontentandoci, dopo aver escuso tutte le altre cause, di etichettarli come nevralgici.
Porgo distinti saluti
Roberto Teggi