DOMANDA
Buongiorno,
sono un ragazzo di 30 anni, cocainomane da 8.
Sono molto motivato a smettere in quanto non ne posso più di questa vita.
Sono però spaventato dall’astinenza e vorrei sapere quando dura il periodo di craving.
RISPOSTA
Nei primi mesi di terapia, o di
autoterapia, sperimentare più o meno frequentemente il craving è
una condizione abituale e va sempre tenuto in conto che nella fase
iniziale di stabilizzazione la persona non ha potuto ancora fare
proprie delle tecniche di problem solving, utili per fronteggiare questa situazione. Il paziente, in questa fase iniziale, deve essere molto
sostenuto per non cedere al richiamo della sostanza ed è più facile
che l’acquisizione di simili competenze si consolidi ovviamente
nello svolgimento di un percorso terapeutico.
Il craving è comunque un’esperienza
soggettiva, che varia per intensità e durata, ed è importante
aiutare chi lo prova a riconoscere le situazioni che possono
innescarlo, per poter quindi sviluppare efficaci tecniche di
fronteggiamento. Persone, posti, eventi e persino oggetti sono tra i
molti fattori che possono scatenare il craving ed è di primaria
importanza che il paziente impari ad evitare di mettersi in
situazioni a rischio. Soprattutto si dovrà sostenere la persona a
non voler in nessun modo “testare” il suo autocontrollo, anche se
non sempre è facile impresa introdurre un simile cambiamento in un
soggetto così propenso ad agire e a velocizzare tutto, come nel caso
di un cocainomane.
Il persistere del
craving è in relazione alle capacità acquisite nel saperlo
fronteggiare, prima la persona diventa competente e prima si
afflevolisce: in ogni caso nei primi 40 giorni è in genere molto
più intenso, poi un poco alla volta si riduce, fino a (quasi)
scomparire