mammografia dolorosa

    DOMANDA

    Gentile Dottor Pescarini,
    ho effettuato ieri la mammografia bilaterale. Alla terza radiografia, mi sono sentita male dal forte dolore. La compressione del seno era talmente forte che non ho più trovato respiro.
    Il medico ha specificato nel referto: “episodio lipotimico durante l’indagine”.
    Certo, ho 39 anni, non ho avuto figli biologici, mio papà ha avuto un tumore alla mammella nel 2007… Pensare di fare questo esame ogni anno..bè, mi spaventa!
    Ma è proprio necessario comprimere così tanto? L’operatore ha precisato che è stato difficile eseguire la radiografia poichè ho il seno piccolo.
    Quando però, mi sono ripresa, all’ultima radiografia eseguita da seduta, non ho sofferto così tanto. Quanto dipende questo dolore così intenso dall’operatore?

    La ringrazio anticipatamente.
    Marisa

    RISPOSTA

    Gentile signora,
    sono in ritardo, ma solo oggi ho un momento di pausa.
    In generale la mammografia produce solo un modesto fastidio dovuto alla compressione (che è necessaria per motivi tecnici).
    Nella mia esperienza ( consideri che per molti anni ho eseguito personalmente gli esami mammografici in linea con la scuola radiologica da cui provengo) talora l’indagine risulta dolorosa per diversi motivi, di solito anatomici e/o funzionali o infine di circostanza.
    Sono più dolenti le mammelle globose e poco estensibili sul piano d’appoggio; sono spesso dolenti le mammelle in fase premestruale nella donna fertile. Tuttavia la situazione non è tale da indurre la sospensione dell’esame, se non in casi eccezionali: ne conto un paio in tutta la mia vita! (sono laureato dal 1972).
    Possono esistere invece circostanze in cui vi è un posizionamento difficoltoso con compressione percepita come dolorosa, forse per un’inconscia avversione all’indagine o aspetti emozionali intercorrenti. Non è ovviamente colpa di nessuno, tanto meno dell’operatore tecnico, che di regola è un esperto nell’indagine e che agisce secondo linee-guida consolidate da molti anni e sotto la direzione del medico responsabile.
    Per quanto può valere pertanto il mio consiglio, in considerazione della sua età, delle dimensioni del seno e “forse” della sua indole emotiva, riterrei che lei debba comunque usufruire di un mezzo diagnostico tanto importante come la mammografia secondo le necessità e le indicazioni del medico curante.
    Cerchi di ottenere l’appuntamento nella prima metà del ciclo mestruale quando la mammella è meno congestionata, consideri l’esame come un evento personale che può essere molto vantaggioso per la sua salute, collabori con il tecnico nel senso di “adeguarsi senza opporsi” alle manovre di posizionamento rilasciando il corpo in tutta la muscolatura.
    Infine devo dedurre dal suo racconto che il tecnico che ha eseguito l’esame sia una persona affidabile ed esperta; ha infatti portato termine l’indagine usufruendo della posizione seduta, che di norma non rientra nella routine.
    Cordiali saluti
    Luigi Pescarini

    Luigi Pescarini

    Luigi Pescarini

    ESPERTO IN SENOLOGIA DIAGNOSTICA. Luigi Pescarini, specialista in radiologia e studioso senior dell’Università di Padova, già direttore dell’unità complessa di senologia all’Istituto Oncologico Veneto di Padova. Nato a Thiene (Vicenza) nel 1947, si è laureato all’ateneo padovano, dove si è anche specializzato in radiologia diagnostica e in radiologia. Inoltre ha svolto l’ufficio di professore associato […]
    Invia una domanda