urea

    DOMANDA

    buon giorno dottore.

    la disturbo per un problema di mio papà.

    dunque, mio padre è diabetico (insulino dipendente), cardiopatico, ha fatto ictus nel 2012, tumore a prostata nel 2011, con una serie di radioterapia, ……. dunque a seguito dei controlli che fa per il diabete, la dottoressa di base ci disse di farlo vedere da un nefrologo in quanto i suoi valori non andavano assolutamente bene, ci disse che rischiava la dialisi, i valori erano : urea : 2,21 creatinina : 1,99….

    andammo da nefrologo il quale diagnosticò che si trattava di insufficienza renale lieve, cronica da imputarsi al diabete. le prescrisse una dieta e determinati prodotti ma mangiare. ultimo controllo con nefrologo a luglio 2015 con valori pressoché simili , le disse di continuare con la terapia in atto, cioè la dieta ed il prossimo controllo di farlo a maggio 2016. ora a seguito degli esami di routine, uREA : 2,21 , creatinina : 1,99 la dottoressa di base ci dice che non vanno bene e che forse sarebbe meglio farlo ricoverare, comunque avrebbe prima chiamato lei il primario di nefrologia e poi deciso…. ora io mi chiedo ma è proprio necessario questo ricovero visto che i valori sono stazionari? mi può dare un consiglio?

    mio padre ha 75 anni è diabetico da 25 anni o forse qualcuno in più……. sono 2 anni che prende insulina , in quanto dopo ictus, che gli ha reso i movimenti rallentati, cammina con bastone, ha fatto riabilitazione ed in questa struttura gli hanno dimezzato le dosi delle pastiglie che prendeva, (non ho ancora capito perché) e gli avevano anche sospeso la pastiglia per il cuore…(quando la cardiologa che lo ha in cura lo ha saputo, ha fatto il diavolo a quattro….). insomma il suo fisico era andato in tilt . chiedo scusa se mi sono dilungata nel racconto. la ringrazio anticipatamente per la sua cortese attenzione ed eventuale risposta.

    cordialmente.

    cinzia

    RISPOSTA

    Quando ci sono tanti problemi aperti contemporaneamente e più specialisti sono coinvolti nella cura di un paziente, trovare un equilibrio ed una terapia che soddisfi tutti è molto difficile. Il medico di medicina genatale o uno degli specialisti dovrebbe diventare il punto di riferimento principale e prendere decisioni in base ai pareri dei colleghi. Questo ruolo viene spesso svolto dal nefrologo, ma per poterlo fare sono certamente necessari controlli clinici più ravvicinati, rispetto al caso qui esposto (prossimo controllo fissato nel maggio 2016).

    Per il ricovero, ha senso se ci sono aspetti diagnostici o complicazioni cliniche non gestibili i ambulatorio, come pure in caso di peggioramento importante della funzione renale in tempi brevi. Non è chiaro se il caso di suo padre rientri in queste categorie.

    Maurizio Gallieni

    Maurizio Gallieni

    Direttore dell’unità operativa complessa di nefrologia e dialisi dell’azienda ospedaliera San Carlo Borromeo a Milano. Nato a Milano nel 1960, si è laureato presso l’Università degli Studi di Milano e specializzato all’Università degli Studi di Verona. Ha studiato e svolto tirocini all’estero, soprattutto negli Usa.
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