Accetterà o passerà mai la palla allo stomaco?

    Pubblicato il: 29 Febbraio 2012 Aggiornato il: 29 Febbraio 2012

    DOMANDA

    siamo fidanzati da 11 anni,due anni fa abbiamo progettato il nostro matrimonio ma quattro mesi prima lui mi spiega che da un mese circa ogni tanto avverte in mia presenza una “palla nello stomaco” prova una sensazione di rifiuto nei miei confronti,si domanda continuamente se mi ama o no (non mi lascia perchè dice che non vuole perdermi),annulliamo il matrimonio inizia un periodo infermnale fatto di pianti continui,poca voglia di vivere ed insicurezza dei suoi sentimenti,lui inizia subito degli incontri settimanali con una psicologa.Dopo pochi mesi io non riesco più a sostenere la situazione e decido di lasciarlo sperando che questo possa farlo reagiere.Dopo mesi di dolore mi chiama il nuovo psicologo(ha lasciato la prima dottoressa)mi spiega che da i loro incontri è sempre venuto fuori che tra noi c’è un forte sentimento che ci lega,che il problema principale è la sua famiglia e che la palla allo stomaco come la chiama lui si è manifestata con me la prima volta e che da allora lui la associa sempre a noi.Ricominciamo a vederci e tutto sembrava andare bene,lui lascia lo psicologo perchè ha perso fiducia in lui,ma continua la cura con lo psichiatra, da circa un mese sembra essere cambiato perchè ha ricominciato a chiedersi se stare insieme con la speranza che passi tutto sia giusto.Io sono pronta a stare vicino a lui anche se non sta bene ma la mia paura e che forse non riuscirà mai a prendere una decisione.Inoltre quando lui ha delle giornate no io devo assecondarlo?

    RISPOSTA

    Mi soffermo su tre punti della storia che mi ha raccontato: 1) mi colpisce che lo psicologo del suo partner l’abbia chiamata per dire a lei del forte sentimento che il suo paziente ha nei suoi confronti: non poteva dimostrarglielo direttamente il suo partner? A me sembra un po’ una forzatura, che forse l’ha messa in obbligo di tornare sui suoi passi. 2) Forse il suo partner ha l’inconscio timore di replicare con lei una famiglia che conosce molto bene, la sua d’origine: da qui la sua associazione di “palla allo stomaco”, che mi sembra però un chiaro “spostamento” difensivo del problema. 3) Assecondare il partner o no? Tenga conto che, se lei asseconda un sintomo, lo rinforza; detto in altre parole, gli dà più forza di quello che in realtà ha.
    In sintesi, per quanto posso capire, la situazione mi sembra sia stata “trascinata” per lungo tempo: ho l’impressione che lei scommetta sul fatto che alla fine ce la farete, ma tenga presente che, se vuole questo, deve prendere una decisione per sì o per no. E mi sembra possa farlo solo lei. Cordialità.

    Osmano Oasi

    Osmano Oasi

    Ricercatore in psicologia dinamica all’università Cattolica di Roma. Si è laureato nel 1986 in filosofia all’università Statale di Milano e nel 1993 in psicologia alla Sapienza di Roma. Dopo un dottorato in psicologia sociale e dello sviluppo presso l’università Cattolica del Sacro Cuore, dal 2001 è ricercatore in psicologia dinamica presso lo stesso ateneo. È […]
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