neurite ottica e otticopatia

    DOMANDA

    Gentile professore, sono una ragazza di 28 anni e un paio di mesi fa ho cominciato ad avere dei problemi all’occhio sinistro, come un appannamento e sensibilità alla luce.
    Ho effettuato la visita oculistica da cui risulta un visus di 10/10, un campo visivo in cui il valore ght è fuori limiti normali,VFI 97% , Md -2.59 db, PSD 2,19 db.
    Dai potenziali evocati la latenza è aumentata.
    Dall’ OCT non risulta nulla di anomalo e idem dalla risonanza magnetica.
    L’oculista ha parlato di neurite ottica dapprima e poi di otticopatia.
    Potrebbe chiarirmi queste due diagnosi e la gravità della cosa?
    Ho letto che la neurite ottica molto spesso è un sintomo della sclerosi multipla, e volevo sapere se dovrò tenere sotto controllo la cosa anche se ad oggi dalla RM non risulta nulla.
    (attualmente sono in cura con Deltacortene da 25 mg compresse da una settimana senza esito)
    Grazie in anticipo e cordiali saluti

    RISPOSTA

    Cara signorina,
    la neuroftalmologia è una branca dell’Oculistica che sta via via assumendo maggiore e separata identità, con Specialisti dedicati; il nervo ottico, in effetti, pur classificato anatomicamente fra i ”dodici nervi cranici”, cioè i telerecettori sensitivi dall’ambiente e i tele-effettori motori verso i territori controllati, in realtà è un pezzetto di cervello – sostanza bianca – estruso durante il primo bimestre di vita embrionaria di collegamento fra parti del cervello stesso (retina e corteccia visiva occipitale); ne conosciamo l’anatomia, l’istologia, i rapporti, l’elettrofisiologia, i mediatori neuronali, molte delle sue possibili malattie, spesso curabili; in taluni casi è capace di ripararsi da solo, in altri necessita di una difesa farmacologica che moduli i fenomeni infiammatori, spesso di autoaggressione nei confronti dei suoi componenti, in particolare della sua guaina di rivestimento, la mielina, che funziona un pò come il nastro isolante dell’elettricista.
    Ampiezza del segnale registrabile (anche in confronto al controlaterale) e tempo di latenza del segnale sono i due criteri fondamentali della elettrofisiologia: la sclerosi multipla – che lei cita e giustamente paventa ed esorcizza – è ”multipla” proprio perchè l’aggressione alla mielina avviene in più aree cerebrali (ecco l’importanza dei controlli con imaging in risonanza magnetica, anche se può intercorrere un lasso di tempo tra successivi episodi; in buona parte dei casi, per fortuna, l’episodio giovanile rimane invece isolato senza progressione dei focolai di malattia.
    Anche i virus neurotropi possono indurre danni al nervo ottico: il ricordo della concomitanza temporale di una influenza, di una varicella – anche dei nipotini o viciniori – di una eruzione herpetica labiale, di una malattia respiratoria deve essere discusso con il suo Oculista.
    Data l’età fertile, resta da ricordare che l’eventuale assunzione di contraccettivi orali deve essere sempre preceduta da uno screening emocoagulativo per escludere i fattori di rischio per trombofilia, che può indurre disturbi nel circolo vascolare del nervo ottico, così come può accadere per il diabete (che peraltro Lei non cita in anamnesi).
    Del resto, dai suoi 10/10 si dovrebbe dedurre che il fascio papillo-maculare, cioè quello che trasporta il segnale più fine della visione centrale, non sia direttamente coinvolto quale sede di localizzazione del disturbo.
    Il monitoraggio accurato del suo Oculista, le consentirà di seguire nel tempo i progressi del recupero funzionale, con variazioni del campo visivo, della sensibilità al contrasto, della percezione dei colori, delle latenze.
    prof. Gallenga