abbandono del partner

    DOMANDA

    Salve dottore,
    le scrivo perchè sto male,non riesco più a nascondere a tutti il mio malessere interiore e non riesco però nemmeno più a gestirlo.Le spiego e mi scusi del testo lungo.io mi chiamo G. e ho 22 anni.la mia vita non è stata mai molto rosea.Sono cresciuta senza padre,Ho sempre sofferto di questo tutte le mie amiche avevano un papà e io no mi sentivo diversa,Mi sono fidanzata a 19 anni,con un uomo straordinario,bellissimo,il ragazzo ideale.Vivevamo in simbiosi Mi sembrava una favola,per me che avevo 19 anni e non conoscevo la vita,ero la persona + ingenua del mondo.Lui ne aveva 25 e un matrimonio finito da un anno e durato 7 con due figli.Una sera comunque scopriamo che sono incinta.LUi mi dice che mi sarebbe stato vicino che non mi avrebbe abbandonata Poi a partire dal 7 mese liti continue e violente,lui che si sentiva con le altre,che cominciava a non venire + a casa da me mi trattava male.Una sera litighiamo tantissimo che mi sentii male.ho scoperto che aveva un’altra e mi ha lasciata non ha riconosciuto la piccola e l’ha conosciuta a 4 mesi per poi sparire di nuovo.Oggi lui è sposato e sta x avere una figlia io sto male da allora lo maledico ma magiormente non riesco a guardare avanti,non sorrido + non vivo + e alle volte vorrei morire la mia vita ha perso di significato non per lui ma per ciò che oggi è rimasto di me e di tutto quello che mi ha negato sto cominciando a stare proprio male ma non perchè lo vorrei ma perchè vorrei essere felice davvero lo merito

    RISPOSTA

    Carissima, so che non è facile sintetizzare in poche righe una intera vita – una vita travagliata come la sua. Ciò che racconta è segnato, fin dall’inizio, dall’abbandono (la morte di suo papà) e, insieme, dalla paura di essere abbandonata. Paradossalmente, tale paura ha avuto dei riscontri concreti, situazioni che portano con loro stesse non solo l’abbandono ma anche il “tradimento” (rispetto ad un progetto in comune), l’essere lasciata in un momento delicatissimo, e l’aver subito infine l’affronto (per così dire) di dare la vita ad una figlia che non è riconosciuta dal padre. Come se ciò non bastasse, giunge la notizia che il padre si è risposato e, addirittura, sta per avere una figlia.
    In una situazione come questa ci si sente facilmente “cancellati” dal comportamento dell’ex partner, ignorati, messi da parte e del tutto “sostituiti” da un’altra donna – e pure da un’altra figlia. E’ del tutto comprensibile e direi “normale” sentirsi giù, avvertire malinconia, spaesamento, non sapere cosa fare e come andare avanti. Eppure la sua vita è questa: non ne ha altre, e non può cambiare il passato. Nemmeno può cambiare le persone intorno a lei. L’unica persona che può cambiare è lei stessa, reagendo a tutto questo nel modo che accenna proprio alla fine della sua lettera, cioè volendo essere felice. Nel senso: “costruire” la sua felicità, con sua figlia, e chissà con chi altri nel futuro.
    Non so come sia la sua situazione lavorativa e soprattutto sociale (nel senso: sociale & affettiva): se lei fosse isolata questo certamente peggiorerebbe la sua situazione emotiva. Nella sua situazione, soprattutto se non ha intorno amici cari, persone fidate, “testimoni soccorrevoli”, le consiglierei di cercare l’aiuto, l’ascolto e il confronto in una psicoterapia, rivolgendosi ad un terapeuta esperto. Ciò sarebbe di aiuto per lei, ma anche per lei nel rapporto con sua figlia la quale, naturalmente, non può non avvertire in qualche modo il peso di questa situazione.
    Le auguro ogni bene,
    Andrea Castiello d’Antonio

    Andrea Castiello Dantonio

    Andrea Castiello Dantonio

    PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA. Professore di psicologia del lavoro e delle organizzazioni presso l’Università Europea di Roma, è nato a Roma nel 1954, si è laureato in psicologia con lode. Psicologo e psicoterapeuta, si occupa di psicologia clinica, psicoanalisi, psicologia del lavoro e psicologia giuridica. È consulente tecnico d’ufficio del Tribunale di Roma. Curatore della collana […]
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