DOMANDA
Mia figlia, che frequenta il classico e deve fare la maturità quest’anno, è entrata in crisi (non dormiva più) e, sotto la guida di uno psiquiatra, sta prendendo ansiolitici e una pillola per dormire. Da domani cominciamo a ridurre la quantità dei farmaci e poi da dopo le vacanze cominciarà una terapia psicologica di sostegno. Il suo problema del sonno fa parte della sua storia fin dalla nascita, ma è sempre stato più legato al fatto di addormentarsi; adesso invece è peggiorato notevolmente, immagino a causa dell’ansia provocato dalla “maturita”; comunque è stato sempre presente e a 12 anni ha avuto un’altra crisi, in cui è rimasta 2 mesi a letto, senza potersi alzare e senza dormire. Spesso il suo sonno notturno si limita a 2 o 3 ore e adesso mi sa che lei sarebbe finalmente pronta ad affrontare il suo problema in modo serio. Come mi consiglia di procedere?
La ringrazio del suo tempo,
un cordiale saluto,
Catalina
RISPOSTA
Cara signora,
negli adolescenti-giovani adulti il problema non va sottovalutato, specie se, come nel suo caso, è presente da molti anni magari solo periodicamente, con accentuazioni (di cui ha accennato). Bisogna escludere un disturbo del ritmo sonno-veglia, in particolare quando c’è un disturbo legato solo all’addormentamento o una forma di insonnia primaria che inizia in età scolare o infantile, spesso familiare, e tende a cronicizzare.
Il percorso che ha fatto finora mi sembra corretto, tuttavia per meglio inquadrare il disturbo del sonno sarebbe utile una valutazione/visita presso un Centro dei Disturbi del Sonno
apresto
Marco Zucconi