DOMANDA
Buon giorno, scrivo perchè sto diventando matto per la preoccupazione e NESSUNO mi dà una risposta. Sono il papà di una bimba di 18mesi. Circa 10 mesi fà (quindi mia figlia aveva solo 8 mesi!!) mia suocera si è sottoposta a scintigrafia ossea in seguito alla diagnosi di tumore al seno e prima di effettuare l’intervento di asportazione della mammella. Purtroppo, il dottore che ha fatto la scintigrafia non ha detto niente a mia suocera che, per sua e per mia ignoranza, nel pomeriggio (circa 2 ore dopo il termine dell’esame) è stata 4 ore in contatto diretto con mia figlia!! Per pura coincidenza il giorno dopo ho scoperto che i bambini non dovrebbero avvicinarsi ad una persona sottoposta a scintigrafia per il rischio radiazioni. Da allora (ormai da 10 mesi) non passo giorno in cui io non mi chieda quante radiazioni mia figlia abbia subito e se possono essere pericolose. In internet trovo solo commenti che dicono che NON devono assolutamente entrare in contatto, ecc… Sto letteralmente sclerando da allora. Io cerco di tenere lontano i telefonini, spengo il wi.fi e, per mia colpa, faccio stare mia figlia in presenza di una persona “radioattiva”. MI sento un padre del cavolo e sono MOLTO preoccupato che mia figlia possa mostrare segni di malattie per colpa di questo mio errore… Potete darmi indicazioni su quante radiazioni ha subito? e’ come se gli avessi fatto fare una tac persempio? Meno o di più?? scusate ma, oltre ad essere ignorante in materia, sono anche MOLTO preoccupato
RISPOSTA
Gentile Signore, ovviamente le confermo che è buona prassi evitare, nelle ore immediatamente successive l’esecuzione di una scintigrafia ossea, i ” contatti” con i bambini. Detto questo, vorrei rassicurarla sulla dose assunta da sua figlia per aver trascorso alcune ore con sua suocera. Tra le variabili che condizionano la dose di radiazioni assorbita, dobbiamo anzitutto prendere in considerazione, preso atto del tempo trascorso insieme, che mi pare sia stimato in quattro ore, anche la quantità di radiofarmaco somministrato ( che varia in ragione delle caratteristiche somatiche del soggetto in esame ) e la distanza tra i due soggetti. Ancora, grazie al tempo trascorso dalla sommnistrazione al momento del “contatto”, la quota di radioattività ancora presente nel corpo della paziente credo ritenersi alquanto limitata e questo possa lasciarci tranqulli sul fatto che non vi è paragone con la dose derivante dall’esecuzione di indagine TC. Per meglio intenderci da un ordine di gradezze di milliSv, per riferirici alla TC, nel nostro caso si tratta di microSv. Cordiali saluti, prof.Sergio Baldari