Svezzamento

    DOMANDA

    Egr. Professore, colgo l’opportunità che offre il settimanale Oggi per porle alcuni quesiti riguardanti lo svezzamento. Il mio bambino ha 2 mesi e pesa 4,6 kg è’ alimentato con latte artificiale Mellin, ma già comincio a pensare allo svezzamento: Quando iniziare? Come iniziare?
    Grazie delle preziose indicazioni che vorrà darmi.

    RISPOSTA

    Gentile papà,
    le idee ed opinioni sull’alimentazione complementare (che è il termine oggi utilizzato per chiamare più correttamente il divezzamento o svezzamento) sono oggi in profondo fermento, e lei troverà proposte di ogni genere, non tutte necessariamente giuste, ma non tutte necessariamente sbagliate, poiché riflettono differenti filosofie di fondo.
    Io gliene propongo alcune, che tengono conto della fisiologia della nutrizione ma anche degli aspetti educativi connessi a questa delicata fase di passaggio dall’alimentazione con solo latte a quella che sarà poi l’alimentazione del bambino più grande.
    Innanzitutto, quando cominciare: nel suo caso particolare (bambino allattato artificialmente) va considerato che suo figlio sta già assumendo elevate quantità di proteine – dal latte – e dunque non c’è alcuna ragione per iniziare precocemente ad introdurne ancora di più attraverso le pappe. Dunque non solo attendere i 6 mesi compiuti, come avrei consigliato in ogni caso, seguendo le indicazioni OMS, ma attendere anche un po’ di più, ad esempio verso i 6 mesi e mezzo, così da essere certi di non esagerare con questa importante classe di nutrienti (le proteine, appunto); e per l’aggiunta di carne o pesce o formaggi potrebbe attendere anche fino ai 7 mesi compiuti.
    Ma questo approccio porta con sé alcune conseguenze: ad esempio, sembra ormai certo che il glutine vada introdotto preferibilmente tra i 6 e 7 mesi compiuti, per avere il massimo della tolleranza ed il minimo dei possibili effetti negativi (sia ben chiaro: se una persona è geneticamente destinata ad essere celiaca, prima o poi lo sarà indipendentemente da quando ha introdotto il glutine! Ma ci sono altri effetti negativi, ad esempio una maggior facilità a sviluppare diabete autoimmune, che sembrano legati ad un’introduzione troppo precoce o troppo tardiva del glutine). Dunque il glutine, nel suo caso, dovrà essere presente fin dall’inizio: perciò, creme multicereali “con glutine” e non le classiche creme di riso o di mais e tapioca.
    Parlo di “creme” perché un altro punto essenziale, in quest’ottica che le propongo, è la gradualità nel passaggio dal latte ad un’alimentazione completa: gradualità non solo nell’introduzione degli alimenti, ma anche nella “granulometria”: il bambino di quell’età ha ancora una deglutizione cosiddetta infantile, che va benissimo per i liquidi come il latte ma non per i cibi solidi… A questi dovrà essere educato progressivamente, e se iniziassimo con pastine o altri cibi da masticare potrebbe avere difficoltà di deglutizione.
    Altro punto importante: la composizione della pappa e, forse ancor più, perché una “pappa” e non i nostri cibi.
    La pappa con tanti ingredienti tutti insieme consente di avere una giusta proporzione tra i nutrienti indipendentemente dalle quantità di pappa che il bambino vorrà mangiare, cosa di cui non potremmo esser certi se dessimo i vari cibi già separati, lasciando al bambino di scegliere solo ciò che gli piace.
    La pappa dovrebbe contenere certamente dei cereali (creme, e poi semolino, pastine, riso, ecc.), delle verdure (di stagione e biologiche), dell’olio extravergine d’oliva. Per le sorgenti proteiche ho già detto prima. La frutta, ovviamente, sarà a parte, non certo mescolata!
    Ultimissime raccomandazioni: non insistete mai! Voi scegliete *cosa* dare al bambino, ma lui sceglie *se* mangiare e *quanto* mangiarne!
    Anche se manca ancora tanto tempo: buon divezzamento!

    Andrea Vania

    Andrea Vania

    ESPERTO IN NUTRIZIONE PEDIATRICA. Prof. Andrea Vania, specialista in Pediatria con quarantennale esperienza in alimentazione in età pediatrica (0-20 anni) e in adolescentologia. Già Responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione Pediatrica del Policlinico Umberto I – Sapienza Università di Roma
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