DOMANDA
Gent.mo Prof.Miragliotta,
La contatto per sottoporLe il caso di mio padre: 70 anni, portatore di catetere vescicale a permanenza da febbraio 2008 per ipertrofia prostatica (non operata a causa di insufficienza respiratoria in BPCO), da circa un anno ha infezioni alle vie urinarie ricorrenti. All’ultimo esame colturale delle urine è risultato positivo all’Acinetobacter baumanni complex (carica batterica: 10^6 CFU/ml). All’antibiogramma risulta positivo solo alla Colistina (<=0,5). Il nostro medico di base ci ha consigliato la seguente terapia: 1 fiala di Colimicina - Colistimetato sodico 1.000.000 U per via intramuscolare per 5 giorni. Documentandomi sull’Acinetobacter, ho letto che è spesso causa di infezioni polmonari spesso con esiti letali. A questo punto mi chiedo se, viste e considerate le patologie respiratorie di mio padre, è opportuno seguire questa terapia antibiotica (nel senso che temo che possa sviluppare resistenze alla Colimicina). Aggiungo che mio padre non ha particolari problemi a livello urinario (solo spasmi vescicali, che comunque erano presenti anche prima che fosse isolato l’Acinetobacter e per i quali è stato prescritto Detrusitol 2mg). Sperando di essere stata chiara nell’esprimere i miei dubbi, La ringrazio per la gentile attenzione.
RISPOSTA
Acinetobacter baumannii è un batterio responsabile soprattutto di infezioni contratte in ospedale e, comunque, correlate a manovre quali inserimento di cateteri, sonde, etc Le infezioni polmonari di cui parla sono generalmente a carico dei pazienti in terapia intensiva che hanno sviluppato polmonite. Nel caso di suo Padre, mi sembra eccessivo che sia portatore di un catetere urinario a permanenza fin dal 2008 senza che si sia tentato di rimuovere la causa. Al di là della sua lecita preoccupazione di sviluppo di resistenza nei confronti dell’unico antibiotico utile, è indispensabile ricorrere all’urologo per risolvere il problema della prostata e quindi liberare il paziente dalla necessità di svuotare la vescica mediante cateterizzazione.