DOMANDA
Gentile Dott. Varenna, ho letto i suoi articoli sull’efficacia del neridronato per curare l’algodtrofia; due mesi fa cominciavo a soffrire di dolori all’anca dx e effettuando una RM veniva diagnosticato edema della midollare ossea alla testa e collo femore; l’ortopedico mi prescrive scarico assoluto dell’arto interessato per 5 settimane, vitamina D, 18 fiale di acido clodronico, le prime dieci distanziate da 3 gg (un mese), le successive 8 distanziate da una settimana (due mesi); finora ho fatto 10 fiale, e vorrei chiedere se può essere consigliato passare al neridronato ovvero se può essere utile fare 4 infusioni da 100 mg invece delle rimanenti 8 di acido clodronico. Al momento non ho dolore perché oramai non scarico da 1 mese, però sento che ancora non sono guarito e ho paura del fatto che tra una settimana dovrò caricare l’arto e abbandonare le stampelle. La ringrazio in anticipo e le porgo i miei più distinti saluti.
RISPOSTA
Gentile signore,
la terapia con il clodronato riveste in effetti una verosimile efficacia nel trattamento della patologia della quale lei probabilente è affetto. Lo schema terapeutico impiegato è tuttavia diverso da quello che un tempo veniva impiegato utilizzando questo farmaco (10 infusioni per via venosa al dosaggio di 300 mg).
C’è quindi la possibilità che il vantaggio parziale che lei riferisce sia legato all’impiego di un dosaggio troppo basso del framaco.
Il mio suggerimento è quello di rivalutare la vicenda con una nuova risonanza e, nel caso, modificare il trattamento.
Cordialità.
MVarenna