DOMANDA
gentile dottoressa ,
le scrivo per parlarle della situazione di una mia carissima amica: la situazione è quella classica di un figlio ormai 28enne drogato dai tempi del liceo, dentro e fuori da cliniche e programmi di disintossicazione.Uso di tanti tipi diversi di droghe, ultimamente molta cocaina e spese folli per trovare una soluzione anche quando i soldi non ci sono piu’.
Questo ragazzo ultimamente e’ stato allontanato da casa, i genitori gli hanno preso un appartamentino in citta’ e il padre gli porta spesso la droga, per evitare che questo ragazzo muoia, o commetta crimini o si indebiti con persone malavitose.
Una storia di ordinaria pazzia e disperazione…..
Nonostante la grande amicizia non mi sono mai, dico MAI permessa di dare consigli, ho solo e soltanto ascoltato, anche insieme a mio marito e offerto la spalla per piangere. Oggi la mia amica mi ha chiamato al telefono disperata, il figlio le ha comunicato chiaramente che non ha nessuna voglia di smettere, vuole continuare questo stile di vita a costo di compiere azioni gravemente illegali. E’ arrivato il momento in cui posso dire alla mia amica di mollarlo al suo destino?? E’ quello che io e mio marito pensiamo, ma non osiamo. Ma che amica sono se non oso dire quello che penso? cosa posso fare?
Grazie
RISPOSTA
gentile signora, mi porta un’insieme di problematiche molto difficili, cercherò di semplificare al massimo e perciò sarò necessariamente troppo schematica rispetto alla complessa situazione che mi descrive
Analizzo esclusivamente la posizione dei genitori, in quanto la scelta del figlio sembrerebbe abbastanza chiara, anche se, per chi ha avuto sempre a disposizione denaro, appartamenti e possibilità di ricoveri in varie case di cura, non è così semplice “adattarsi” a mantenere sé stesso ( e soprattutto un cospicuo consumo di sostanze stupefacenti) agendo azioni illegali, finora mai messe in atto.
Da quanto mi racconta la posizione dei genitori è quantomeno ambivalente, perché da un lato allontanano, ma dall’altro mantengono inalterata la dipendenza patologica, provvedendo in prima persona a fornire droga a questo giovane: purtroppo questo comportamento non protegge però un figlio dal commettere sbagli terribili. Il padre, con il suo comportamento di fatto lo ‘giustifica’ , o per lo meno è quanto viene percepito dal ragazzo, che viene trattato già come irrecuperabile. In una simile situazione, in cui l’ ambivalenza dei familiari è molto netta, non credo che un buon consiglio, anche se dato con il cuore, possa orientare delle scelte, dato che questi genitori sono troppo imbrigliati nelle loro azioni, senza riuscire a fare altrimenti. In ogni caso ai suoi amici può comunque,con molto tatto, suggerire di lasciare che il figlio si assuma la responsabilità dei suoi comportamenti, senza insistere troppo, nel caso vedesse un interesse di mera cortesia da parte dei suoi amici. È invece importante che queste persone abbiano un conforto da voi, perché i loro comportamenti sono dettati dal fatto che non sanno /non possono fare altro. Ma l’unica certezza è che tutti in quella famiglia soffrono moltissimo.
Indirizzare la coppia di amici ad analizzare i loro comportamenti con l’aiuto di uno psicoterapeuta, potrebbe essere un buon consiglio.