DOMANDA
Salve. Il mio bambino di 40 giorni soffre di reflusso. Il momento del pasto è un inferno, perchè quando gli do il latte (artificiale, con aggiunta di crema di riso), si inarca vigorosamente, butta la testa indietro, emette un continuo rumore con la gola, ha frequenti singhiozzi. Gli stessi sintomi continuano anche lontano dai pasti. Il bimbo attualmente non ha problemi di peso, ma ho paura che continuando cosí comincerá a non mangiare o subirá dei danni altrove (a volte ha un respiro affannato e rumoroso). La pediatra mi ha prescritto il ranidil, ma ora mi chiedo se non è troppo “pesante” iniziare con un antiacido. Altre mamme mi hanno consigliato di optare per il gaviscon. Lei che ne pensa? Dovrei cambiare? Ed eventualmente, quanto sciroppo gaviscon dovrei somministrargli? Infine, il mio bambino rischia di avere altre complicazioni in futuro?
La ringrazio. Saluti.
RISPOSTA
Buongiorno
Una larga percentuale di neonati e lattanti rigurgita spesso dopo il pasto e anche a distanza, ma comunque cresce bene (i cosiddetti “happy spitters” della letteratura scientifica anglosassone). Si tratta di un disturbo non patologico, legato all’immaturità dell’apparato gastrointestinale del lattante e che si riduce progressivamente e si risolve quasi sempre entro il primo anno di vita. Molti neonati e lattanti presentano inoltre una difficoltà nell’alimentazione e danno l’impressione di “non digerire”, di ribellarsi in qualche modo al cibo che sembra procurare dolore. Questi bambini spesso “lottano con il cibo” al momento del pasto, cosa che causa un forte stress nei genitori. Se però per il resto sono sani e crescono bene non ci si deve preoccupare, in quanto anche questi sintomi sono in genere dovuti ad immaturità nelle funzioni digestive destinata a risolversi nei mesi a seguire. Le linee guida ufficiali non consigliano alcuna terapia e pertanto la terapia farmacologica antireflusso non è giustificata in queste circostanze. Se il sintomo persiste si può talora tentare una dieta priva di proteine del latte vaccino (con latti idrolisati) o un breve periodo di due settimane di terapia con ranitidina, che voi avete già eseguito senza successo (il che suggerisce che i disturbi non siano legati all’acidità gastrica). Mi creda, tutto ciò migliorerà e sparirà senza lasciare conseguenze, ma bisogna avere pazienza. La saluto cordialmente
Lorenzo D’Antiga