Cocaina consumo controllato

    DOMANDA

    Buongiorno, sono un uomo di 45 anni, faccio uso di cocaina da circa un anno. L’utilizzo è di circa 1 o 2 grammi max alla settimana, spalmati più frequentemente sui giorni lavorativi, questo per riuscire a facilitare il lavoro. più attenzione, più concentrazione, più voglia. Uso pippotti molto piccoli che mi rilassano.sono a contatto con il pubblico, non cerco euforia o altro.attivazione e voglia. lavoro in proprio, sono socialmente inserito,non ho problemi di debiti, legali o quanto altro. la coca mi aiuta dove gli antidepressivi non arrivano più.provate molecole dopaminergiche, noradrenalinergiche,serotinergiche, tricicli etc..soffro di depressione da 20 anni circa quindi. se voglio lavorare bene, ho bisogno di cocaina,

    riesco a lavorare lo stesso nei periodi che non ne faccio uso. ma è di una fatica tremenda, che per “riprendersi” ci vuole poi lo snido !! un cane che si morde la coda…di solito sniffo circa 12 / 14 giorni al mese,sia per tutelare quanto posso il mio fisico, sia per la tutela finanziaria.tanta gente si è ridotta sul lastrico per cocaina o altre droghe o è morta…

    Mi sono rivolto ad un terapeuta il quale dice che l’astensione è l’unico modo per uscirne con un approccio psico terapeutico più seguire narcotici anonimi con i famosi 12 passi.

    Ho letto il suo libro, “da piacere a patologia” come ho letto “il consumo controllato” della Zuffa.

    Mi pare di comprendere che ci sono varie strategie per aiutare un dipendente dalle droghe, cocaina nel mio caso, ma che non è detto che sia l’astensione, cosa che mi sembra di capire applicano anche al Sert delle varie regioni. Cocaina=drogato=dipendente=astensione per tutta la vita. Milioni di consumatori nel mondo non sono dipendenti, ma sono appunto consumatori,utilizzatori senza divenire dipendenti.. Le domande che vorrei porle sono tante: una su tutte : pensa che potrei riuscire a gestire ancora meglio la mia dipendenza? ne sono conscio che lo è. magari si potrà definirla “misurata” ma additiction sempre è !!

    Ci sono terapeuti che perseguiono questa strada di aiuto nel controllo, quando il paziente non accetta le cure “sociali”, quindi l’astensione? Conosco il craving e cosa è, ho le conoscenze di base per affrontarlo, ma sarebbe più facile con un professionista. Ha qualche nome per il nord italia? Liguria? Cosa si sente di consigliarmi? grazie

    RISPOSTA

    I quesiti che mi pone sono talmente complessi che difficilmente potranno ottenere una risposta esaustiva, proverò tuttavia a sintetizzarle il significato di una cura che purtroppo ad oggi non può far conto su una robusta terapia farmacologica. Per un approfondimento la rimando alla lettura del libro “ Cura della dipendenza da cocaina: indicazioni cliniche ed organizzative per il trattamento dei pazienti integrati socialmente” edito da Franco Angeli.

    La remissione della dipendenza da cocaina utilizza come strategia terapeutica approcci psico-sociali strutturati, che fanno riferimento a modelli teorici differenti. L’eterogeneità degli interventi proposti deriva dal fatto che la letteratura scientifica internazionale, pur riconoscendo l’efficacia dei trattamenti psico-sociali non è in grado di suggerire quale approccio sia maggiormente indicato per una specifica tipologia di pazienti.

    In ogni caso qualunque sia l’approccio trattamentale utilizzato, drug counselling o psicoterapia, per i soggetti cocainomani il programma deve sempre essere articolato step by step: pianificato nei tempi e negli obiettivi e con modalità di svolgimento chiare ed esplicite.

    Il primo passo nel trattamento del cocainismo consiste nell’aiutare la persona a non assumere o a ridurre fortemente il consumo di cocaina.

    Questa fase, che in genere si esaurisce nell’arco di 2 -3 mesi, è prioritariamente centrata sulla ri-acquisizione da parte del paziente di un controllo almeno parziali dell’uso della sostanza. Per aiutare la persona a mantenere l’astinenza da cocaina o da altre sostanze è importante sostenerla nel trovare la giusta motivazione a partecipare alla terapia ed a verificarne la sua stabilità psico-sociale.

    Per tali motivi in questa fase è opportuno che il terapeuta riesca a costruire attorno al paziente una cornice rispetto alla quale la persona possa collocarsi: qualcosa di accogliente, ma anche normativo. Il ruolo del terapeuta, mutuando un paragone sportivo, è quello del coach, cioè della persona che riesce a condurre l’atleta al meglio delle sue capacità agonistiche.

    Raggiunto un solido grado di stabilizzazione, per poter accedere alla fase chiamata remissione della dipendenza, è necessario rilevare nel paziente una buona motivazione al cambiamento e una disponibilità/capacità ad impegnarsi in un processo di esplorazione di sé. L’intervento verte sulla possibilità di articolare la rigidità e la ripetitività indotte dalla sostanza ed il lavoro è quindi focalizzato sul poter far acquisire al paziente varie strategie che vanno scoperte ed attuate

    Da questi presupposti si parte per strutturare il percorso terapeutico, che sarà incentrato sulla messa in atto di cambiamenti interpersonali ed intrapsichici, ma, primariamente, focalizzandosi sull’astensione dalla sostanza stupefacente. Questo è il motivo fondamentale per cui i terapeuti cercano di raggiungere l’obiettivo dell’astinenza dall’uso, in quanto la cocaina non serve solo a confondere le dinamiche già presenti, ma a perpetuarle potentemente: il suo uso continuato non permette cambiamenti stabili e deve essere perciò attentamente monitorato.

    La conclusione della terapia viene attuata allorchè si verifica una remissione parziale o totale della condotta tossicomanica In ogni caso un intervento terapeutico di fatto si conclude non sugli ideali terapeutici, ma quando il paziente e il terapeuta hanno raggiunto gli obiettivi concordati; ne consegue che la dimissione dalla terapia avviene al raggiungimento di un equilibrio definito soddisfacente dal paziente, rispetto alla gestione del sé e delle relazioni interpersonali.

    Antonia Cinquegrana

    Antonia Cinquegrana

    MEDICO INTERNISTA E PSICOTERAPEUTA. Responsabile del Centro Cura Cocaina di Brescia. Negli ultimi 25 anni ha progettato e diretto significative sperimentazioni inerenti il trattamento ambulatoriale della dipendenza da cocaina particolarmente dedicate ai soggetti cocainomani integrati socialmente, raccogliendo la più ampia casistica italiana in materia. Nel 2015 ha ideato il Centro Clinico Cura Cocaina, rivolto a […]
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