angoscia

    DOMANDA

    caro professore

    mio figlio due anni fa ha avuto un disturbo di adattamento poi rientrato.Una reazione ad una serie di liti con la mamma, al fatto che aveva cambiato città , etc. Oggi è sereno, in preadolescenza, va bene a scuola, pratica sport , ha amici . Ma la mia paura è forte ( e forse, anzi spero folle): non è che questo disturbo sia predittivo di qualche psicosi da grande? La prego mi risponda . E Buona Pasqua

    RISPOSTA

    Gentilissima, un episodio di disturbo di adattamento poi rientrato, se soprattutto seguito dal fatto che il ragazzo appare sereno, va bene a scuola, pratica sport, ha amici, non depone per nulla a favore di una possibile ipotesi di insorgenza di una psicosi da grande. Non c’è alcun elemento per suffragare una ipotesi così infausta. La psicosi, per quanto ad oggi scientificamente accertabile, può avere insorgenza particolarmente nel periodo adolescenziale (anche se vi sono casi nei quali anche durante l’infanzia e la fanciullezza vi sono segni che indicano possibili insorgenze di psicosi) oltre che nelle prime fasi dell’età adulta (dai 20 ai 30-35 anni circa), meno in età più avanzate, anche se non è possibile escludere che pure in tali periodi della vita le psicosi possano manifestarsi. Quanto è capitato a suo figlio può essere interpretato come un effetto dei notevoli cambiamenti che in preadolescenza e adolescenza i soggetti devono affrontare e superare. In particolari casi, come è accaduto a suo figlio, può capitare che il soggetto manifesti stati di disattattamento accentuati che, giustamente, allarmano madri e padri di questi ragazzi, suscitando in loro paure, angosce circa i possibili sviluppi di questi episodi. Le psicosi sono processi ancora misteriosi per molti aspetti. Alcuni studiosi avanzano da tempo ipotesi che fanno riferimento a predisposizioni geneticamente programmate (sia nelle forme che nei tempi). Personalmente sono però del punto di vista che, pur non escludendo fattori genetici, ritiene che abbiano una prevalenza i fattori di interazione reali all’interno dei quali il soggetto si sviluppa. Questo punto di vista assume che siano determinanti i fattori storici e culturali all’interno dei quali i soggetti crescono. Ed è proprio dalle interazioni tra tali fattori e quelli interni, anche geneticamente determinati, che si forma il cervello e la mente degli esseri umani. In conclusione, mi sento di rassicurarla completamente sul fatto che quello che è accaduto a suo figlio è e resta un episodio della sua vita. Un episodio che non preannuncia nulla. La vita si realizza in rapporto a quanto succede nei fatti di momento in momento. Suo figlio ora è sereno, va bene a scuola, pratica sport, ha amici: sono questi fattori di protezione per una crescita sana dei soggetti. Buona Pasqua anche a lei e suo figlio, oltre che a tutta la sua famiglia e ai suoi affetti più cari, Luigi Aprile

    Luigi Aprile

    Luigi Aprile

    ESPERTO IN LINGUAGGIO E LETTURA NEI BAMBINI. Docente di psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione all’Università di Firenze. Nato nel 1957 ad Addis Abeba (Etiopia), ha conseguito un dottorato in psicologia presso l’Università di Firenze. Si interessa soprattutto di sviluppo dei processi lessicali e di comprensione della lettura.
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