DOMANDA
Ho 39 anni e ho sempre saputo di essere allergica alle graminacee (rinite) e al nichel (a livello cutaneo mi riempio di ponfi). All’epoca mi diedero delle indicazioni alimentari sugli alimenti contenenti nichel. Col tempo ripresi a mangiare tali alimenti senza problemi.
Sei mesi fa ho partorito per la seconda volta, e non so se questo può voler dire qualcosa.
Pochi giorni fa e oggi (26.04.13) ho avuto delle manifestazioni allergiche che mi hanno preoccupato, al di là dei sintomi classici ai pollini.
Dopo aver mangiato sugo di pomodoro e finocchio (in giorni diversi) ho cominciato a percepire pizzicore lieve alle labbra e alla lingua e in seguito lieve tensione alla testa (io sono già soggetto emicranico per emicrania con aura).
Sapevo degli alimenti collegati alle graminacee (pomodoro), ma il finocchio sapevo essere legato alle betulacee o alle composite. Aver avuto un sintomo legato al finocchio può voler dire che con gli anni ho sviluppato sensibilità anche ad altre piante? Se così fosse mi rimarrebbe poco da mangiare (sono numerosi gli alimenti che possono disturbare).
Inoltre, per quanto tempo non si dovrebbero mangiare tali alimenti, solo durante il periodo di impollinazione o tutto l’anno?
Infine, che farmaci usare? Al momento sono in allattamento, sto cominciando lo svezzamento ma il latte materno è ancora molto presente.
Il farmacista mi ha dato il LUFFAFLOR DHU come antistaminico, ma se servisse porto sempre il BENTELAN 1 mg.
Ma io come mi devo comportare?
grazie
RISPOSTA
Gentile Lettrice,
i test da lei eseguiti in passato probabilmente non rispecchiano più il suo attuale profilo di sensibilizzazione, che purtroppo può cambiare nel tempo. Inoltre, la descrizione che lei fa delle allergie “crociate” tra pollini ed alimenti è ormai ampiamente superata dalla diagnostica molecolare, soprattutto quella basata sul microarray. Prima di decidere cosa tenere e cosa togliere dalla alimentazione dovrebbe eseguire nuovamente una visita specialistica e i test che le suggerivo.
Durante l’allattamento può prendere tutti farmaci di cui ha bisogno senza danneggiare in alcun modo il figlio.
Il prodotto indicato non è un farmaco ma un rimedio omeopatico di cui ignoro l’efficacia terapeutica. Può utilizzare un antistaminico come la cetirizina senza problemi.
Saluti
Adriano Mari