cosa fare in concreto per stare meglio sul lavoro?

    DOMANDA

    ho esaurito tutte le mie energie per trovare una soluzione alle vere e proprie vessazioni che ricevo sul luogo di lavoro ora sono in causa per un provvedimento disciplinare immotivato, nelle note caratteristiche di valutazione il dirigente mi dipinge come arrogante ed indisponente,quando di carattere sono remissiva e puntuale, non alzo la testa dalla scrivania e mi piace essere gentile , ma alla fine diventero’ come mi dipingono,tanto sono esasperata. lavoro in un ufficio giudiziario della citta’ in cui risiedo, il mio avvocato persona seria mi consiglia di cambiare amministrazione ,cosa che sto cercando di fare ,anche se e’altamente improbabile che ci riesca,mi sarebbe bastato avere una collega con cui fare lega ,ma anche in questo non sono riuscita, mi sento in un vicolo senza uscita e sono preoccupata perche’ ho una bella famiglia ma non mi sento del tutto presente i miei pensieri sono rivolti a come fronteggiare le situazioni senza pregiudizio professionale,la ringrazio .

    RISPOSTA

    Gentile Signora, inutile dirle che il mondo del lavoro può essere una sorta di inferno a causa della presenza di una o poche persone che “inquinano” l’atmosfera e le relazioni: questo lo sa già, dato che lo vive ogni giorno. Cosa fare? Ci sono due piani, uno concreto e l’altro psicologico. Sul piano concreto conviene raccogliere materiale documentale, prove concrete ed eventualmente testimonianze per prepararsi ad un causa per mobbing visto che parla di “vessazioni” sul luogo di lavoro. Peraltro, il datore di lavoro, come saprà, è completamente responsabile (civ. e penalmente) della salute psicofisica dei propri dipendenti sul luogo di lavoro.

    Le note di valutazione, se non condivise, non vanno firmate, oppure va aggiunto in fondo il proprio commento. Inoltre si può richiedere di conferire con il superiore del proprio capo. Ma queste procedure differiscono da sistema a sistema di valutazione delle prestazioni.

    Sul piano psicologico, innanzi tutto ha fatto comunque bene a ricercare “alleanze”. Come mai non ci è riuscita?!? Su questo provi anche a fare un po’ di auto-critica. Poi è importante non tenere tutto dentro ma parlare di ciò che sta avvenendo, anche in famiglia, pur se con moderazione – perché la famiglia, se viene subissata, poi si distacca -. Si descrive come remissiva, e questo è un punto debole, ma deve stare attenta a non passare all’estremo opposto con scatti di ira o rabbia. Dovrebbe cercare di difendere se stessa, senza subire e senza aggredire.

    Nei colloqui individuali con il suo capo non lasci cose non dette ma esprima chiaramente ciò che pensa e sente, in modo fermo e asciutto. Se il suo capo si rende conto che lei sa come difendersi, comincerà a stare più attento a quello che fa.

    Mantenga salda la sua auto-stima, considerando questo un incidente di percorso dovuto alla personalità forse “malata” di un capo, o ad una persone che, chissà perché, si sta vendicando su di lei. Stia attenta a non entrare in una relazione top-down, assumendo stabilmente il ruolo di “vittima”. Con i migliori auguri.

    Andrea Castiello Dantonio

    Andrea Castiello Dantonio

    PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA. Professore di psicologia del lavoro e delle organizzazioni presso l’Università Europea di Roma, è nato a Roma nel 1954, si è laureato in psicologia con lode. Psicologo e psicoterapeuta, si occupa di psicologia clinica, psicoanalisi, psicologia del lavoro e psicologia giuridica. È consulente tecnico d’ufficio del Tribunale di Roma. Curatore della collana […]
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