nei

    DOMANDA

    E’ possibile togliere dei nei sul viso, per motivi estetici, senza che restino delle cicatrici? Ci sono delle nuove tecniche a riguardo?Ci possono essere dei rischi o degli effetti negativi?
    La ringrazio
    Distinti saluti

    RISPOSTA

    Le neoformazioni pigmentate circoscritte della cute sono molto comuni in tutti gli individui, virtualmente ognuno di noi presenta più varianti, dal nevo epidermico al nevo sebaceo. Nevi diversi possono apparire per tutto il corso della vita, anche sul viso, vale lo stesso l’obbligo di controllarli con un esame clinico per distinguerli dalle neoformazioni maligne. Spesso ci si rivolge allo specialista, come nel suo caso, perché si trova antiestetica la conformazione e la sede del proprio neo. Prima di agire chirurgicamente però è necessaria una diagnosi corretta che permetterà al dermatologo d’individuare il tipo di nevo, e di consigliare a seconda dei casi, la semplice escissione, un intervento di chirurgia Plastica se la lesione è estesa o l’esame istologico se la lesione è sospetta. Il termine nevo indica una proliferazione benigna che può essere presente sin dalla nascita o comparire seguentemente, per cui è facile pensare di rimuoverli semplicemente con un laser chirurgico, ma non mi trova d’accordo con questa procedura. Al fine di farle comprendere meglio le cito un esempio classico: frequentemente riscontriamo nella popolazione i nevi melanocitici giunzionali, la cui pigmentazione presenta una colorazione scura, uniforme, a margini netti. Essi possono apparire su tutto il corpo non escluso il viso, e spesso ci viene chiesto se è possibile rimuoverli. La particolare disposizione delle cellule neviche raccolte in nidi, al di sotto dello strato cutaneo, a livello della giunzione dermo-epidermica, una zona molto irrorata e attiva deve essere presa in considerazione dallo specialista. Infatti, a causa di queste peculiarità istologiche è sconsigliabile trattare neoformazioni neviche con fonti di calore come il Laser solo per un pretesto estetico, carbonizzando direttamente la superficie si rischia solo di ‘spargere’ le cellule neviche disposte al di sotto della cute, senza assicurare una rimozione completa e adeguata del nevo. Questo metodo inoltre, ancora peggio, determina l’impossibilità di poter esaminare istologicamente la lesione e di verificarne gli stadi evolutivi se presenti. Le consiglio invece di ricorrere nel suo caso a una forma di prevenzione adeguata e sempre valida, vale a dire: si sottoponga all’esame demoscopico dei suoi nevi presso uno studio specialistico dermatologico, dove sarà possibile riscontrare anche la sua familiarità per il melanoma, una volta accertata la benignità dei suoi nevi, nel caso in cui decidesse l’asportazione di uno di essi, tenga presente quanto spiegato. Non sono a conoscenza di particolari tecniche chirurgiche che possano sostituire tali corrette procedure.

    Cordialità Dott. Bruno Mandalari

    Bruno Mandalari

    Bruno Mandalari

    ESPERTO IN INVECCHIAMENTO CUTANEO Specialista in dermatologia Columbus Clinic Center. Responsabile del dipartimento nazionale di dermatologia rigenerativa dell’Isplad (International Italian Society of Plastic-Regenerative and Oncology Dermatology). Nato a Reggio Calabria, si è laureato all’Università di Messina, dove si è poi specializzato in dermatologia e venereologia.
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