DOMANDA
Gent.ma Dott.sa,
alla fine del mese di Luglio mi sono recato dalla dermatologa per effettuare la mia prima mappatura dei nei. In quell’occasione, la dott.ssa alla quale mi sono rivolto mi ha consigliato l’asportazione di un nevo situato sul petto, e di tenere sotto controllo numerosi altri nevi, presenti specialmente nella parte alta del corpo. Ora, il mio quesito è: l’asportazione di un nevo può portare delle conseguenze? Mi spiego meglio, l’asportazione può attivare un meccanismo tumorale che prima dell’intervento non esisteva? E’ possibile svolgere altri esami, al posto dell’asportazione, per verificare la presenza nel corpo di tumori dovuti a quel particolare nevo? Le pongo queste domande in quanto ho chiesto un parere anche al mio medico di base e, forse perchè ancorato ad alcuni principi obsoleti, mi ha consigliato di non intervenire sui nevi perchè si potrebbe andare a diffondere un eventuale tumore. Sono indeciso sulla strada da percorrere. Mi aiuti.
Cordiali saluti.
RISPOSTA
Gent.mo lettore,
l’asportazione di un nevo non comporta conseguenze né la possibilità di attivare un meccanismo tumorale.
Esami diagnostici per rilevare se ci sono lesioni secondarie a carico degli organi interni hanno senso se si è appurata la natura maligna del primo.
In tal senso una metodica che consente di studiare meglio la natura di una lesione pigmentaria è un esame non invasivo chiamato Epiluminescenza o Dermoscopia.
E’ un retaggio inspiegabilmente duro a morire quello di pensare che l’asportazione di una lesione pigmentaria possa comportare conseguenze indesiderate. Questo modo di pensare deriva dal fatto che un tempo quando si giungeva all’asportazione – riservando scarso interesse per la prevenzione – era ormai davvero troppo tardi.