dieta post infarto

    DOMANDA

    Gent.mo dott.Volpe sono una donna di 56 anni,casalinga e madre di 4 figli ormai grandi,sette mesi fa ho avuto un IMA con impianto di stent medicato ed un mese dopo un altro stent complicato da un nuovo IMA procedurale.

    Dal mio ritorno a casa mi è stato consigliato di non muovermi,e quindi ho visto in questi sei mesi il mio peso (che già era mostruosamente

    fuori)salire ancora di sei chili ,infatti da 113 a 119.

    Sono veramente disperata e spaventata,mi rendo conto che tutto questo è un passo verso la morte ed allo stesso tempo non sò come venirne fuori.Quello che le chiedo è un aiuto,la prego se può, mi dia una via da seguire ,premetto che mangio poco ma sicuramente male e dover pensare agli altri certo non mi aiuta………..

    Penso che uno schema alimentare possa essermi d’aiuto !!

    Non sono diabetica ed i miei valori quali, colesterolo e trigliceridi sono nella norma,prendo l’Eutirox da circa sette anni per un ipotiroidismo ,sono alta 158.La saluto e ringrazio . Annamaria

    RISPOSTA

    Gentile Signora Annamaria,

    premettendo che, visto i suoi valori di peso (presenta un indice di massa corporea di 47 che equivale a un’obesità severa) è obbligatorio scendere di peso, al fine della prevenzione di un reinfarto. L’approccio dietetico-nutrizionale deve basarsi su una correzione sia qualitativa (riduzione dei grassi animali e dei carboidrati semplici, obiettivo che si raggiunge privilegiando fibre, amido, carni bianche, pesce, verdure, frutta) che quantitativa (ricorrendo alle diete a grammi o ai pasti sostitutivi). Nel caso suo, questi ultimi sono particolarmente indicati, in quanto permettono meglio di controllare le calorie assunte. Un esempio di un pasto sostitutivo (pranzo e cena scelga lei): una barretta ai cereali che contenga meno di 90-100 Kcal da associare o a uno yoghurt magro (circa 50 Kcal) o alla frutta (circa 90 Kcal) oppure a un frutto come una mela (circa 50 Kcal) o un’arancia (circa 50 Kcal) o una banana (circa 80 Kcal) oppure a una spremuta di due arance (circa 90 Kcal).

    Parte integrante della terapia deve essere l’esercizio fisico aerobico. Esso non necessariamente deve essere strutturato (palestra, piscina), ma può essere sufficiente anche il solo camminare a passo veloce o usare il tapis roulant o la cyclette o la ginnastica a corpo libero. Importante, però, che sia condotto in maniera costante, di intensità e durata adeguata. Infine, oltre a controllare la tiroide, scriva per una settimana tutto quello che mangia e l’attività fisica che svolge e lo faccia vedere al suo medico di famiglia o a un dietologo di sua fiducia per correggere eventuali errori. Vedrà, essendo lei molto motivata, con il tempo, i risultati arriverranno.

    Roberto Volpe

    Roberto Volpe

    Ricercatore al Servizio di prevenzione e protezione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Specializzato in malattie del fegato e del metabolismo all’Università di Roma e dottore di ricerca in aterosclerosi all’Università di Siena, è autore di oltre 160 pubblicazioni scientifiche, prevalentemente su argomenti di epidemiologia cardiovascolare e di terapia dietetica e farmacologica delle malattie del […]
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