DOMANDA
Dott.Oasi, le volevo chiedere un parere riguardante mio figlio. Lui ha quasi 26 anni è un ragazzo del quale vado molto fiera, si è laureato in medicina con il massimo dei voti ha passato l’esame di stato e tra poco farà il test per provare ad entrare nella specialità di cardiolodia anche se sarà molto dura.
Ho iniziato a pensare di avere sbagliato ad educarlo quando l’altro giorno sono successi 2 fatti: è stato lasciato dalla sua ragazza perchè ‘era troppo perfetto e le metteva un pò d’ansia’; è partito l’altro ieri per un congresso e la sera ha fatto un pò di storie per prepararsi autonomamente la valigia, la notte è stata un incubo!Se non riesce a prendere subito sonno o deve affrontare qualcosa di nuovo, spesso la sera, inizia ad alzarsi 5/7 volte a distanza di pochi secondi andando dalla camera al bagno, a controllare la serratura della porta di casa.Quando siamo stufi di ciò, l’unica soluzione è farlo venire nel letto con me. Non si muove più.
Cosa può significare?
grazie, Rita
RISPOSTA
In effetti suo figlio sembra essere stato finora perfetto, ma quando la perfezione diventa un imperativo crea problemi. Forse l’incertezza di un primo, possibile fallimento – l’ingresso non certo in scuola di specialità – sembra portare con sé molte ansie e attivare paure relative alla “tenuta” della propria immagine. Da qui forse lo sviluppo di alcuni sintomi ossessivi, che traspongono difensivamente un dubbio conflittuale interno (riuscirò a superare la prova?) su oggetti che con quello non hanno alcun apparente legame (sarà chiusa la porta di casa?). In generale, il funzionamento della persona ne risente: il ritorno regressivo nel letto della madre sembra essere il ritorno alla persona del cui amore, comunque vadano le cose, non si dubiterà mai e la rottura della relazione affettiva rimanda forse alla difficoltà di accettare quell’area di incertezza, ma anche di imperfezione, che ogni storia d’amore porta con sé. Da qui anche però la comparsa di una tematica più intima e delicata, legata alla propria immagine: oggi è sempre più difficile tollerare un’attesa o, ancor di più, un temporaneo fallimento. In realtà, la forza di affrontare di nuovo una prova andata male o di attendere pazientemente il momento giusto sono indici di forza ben maggiore di quella di “non perdere un colpo”. Perciò, cercherei di affrontare con la massima serenità possibile la prova di specialità, cercando di ottenere il migliore risultato possibile, per esempio segnalandomi per competenza pur non ottenendo il posto quest’anno. In questo percorso potrebbe essere d’aiuto, oltre alla sua vicinanza, una figura maschile capace di dare fiducia a suo figlio, nonostante la sua imperfezione.