nodulo tiroideo dominante tir2 e terapia tiroxinica

    DOMANDA

    Gentile professore, volevo ringraziarla per la risposta alla mia richiesta di consulto (http://www.ok-salute.it/Endocrinologia/nodulo tiroideo dominante del 20/01/2013). Come da Lei consigliato ho effettuato l’agoaspirato tiroideo, con la seguente diagnosi.
    1/3 medio dx: densità cellulare media, tireociti isolati o in piccoli aggregati, numerosi nuclei nudi. Lo sfondo comprende colloide fluida ed in blocchi e concrezioni calcifiche.
    Conclusioni: reperto in accordo con lesione benigna (TIR 2, nodulo-cistico).
    Sto assumendo una compressa di Eutirox 75 al giorno da un mese circa. Le mie analisi sono: TSH 0,03; FT3 5,20; FT4 11,8.
    Chiedo cortesemente, il Suo parere circa la validità della terapia soppressiva intrapresa e soprattutto sull’esito dell’esame citologico.
    La ringrazio anticipatamente per la disponibilità e Le auguro una serena Pasqua.

    RISPOSTA

    La diagnosi citologica di Tir2 è indicativa di benignità della lesione ed esclude, in linea generale, una soluzione chirurgica orientando verso un atteggiamento conservativo. In questo ambito è controverso se sia più utile la semplice osservazione o la terapia tiroxinica. In altri termini il rapporto costo/beneficio della terapia con tiroxina va valutato caso per caso ed oggi questa terapia è molto meno usata che nel recente passato. Il razionale della terapia consiste nel ridurre i livelli di Tsh, ormone ipofisario che stimola la tiroide, e di conseguenza ridurre il volume del nodulo o almeno ridurre il rischio di progressione volumetrica del nodulo. Di recente è stato anche ipotizzato che in questo modo si riduca il rischio di oncogenesi tiroidea e cioè di trasformazione maligna del nodulo. Di converso però la terapia tiroxina induce uno stato di ipertiroidismo subclinico con aumento del rischio di osteoporosi e di aritmie, particolarmente nei soggetti anziani o a rischio per queste patologie. Inoltre non ha senso utilizzare la terapia se già nella valutazione basale il Tsh è ridotto o nella porzione bassa del range. In definitiva un trial con bassa dose di tiroxina con l’ obiettivo di una semisoppressione del Tsh (e non una completa soppressione come nel suo caso) è proponibile in casi selezionati, per esempio: nei pazienti giovani, in chi è stato irradiato al collo in età giovanile, nelle aree di endemia gozzigena, nei casi con documentata tendenza all’ incremento volumetrico del gozzo e/o dei noduli. Suggerisco di fare riferimento ad un endocrinologo esperto per personalizzare la strategia evitando generici pareri epistolari.

    Salvatore M. Corsello

    Salvatore M. Corsello

    Professore ordinario di Endocrinologia in Unicamillus, Università Medica Internazionale di Roma e docente nell’Università Cattolica nei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e in Medicine and Surgery. Dal 1979 è strutturato nell’Unità di Endocrinologia del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” – Università Cattolica – Roma. È stato Honorary Clinical Assistant presso il St. Bartholomew’s Hospital […]
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