DOMANDA
egregio dott Miragliotta, le scrivo per esporle il caso di mio padre, 73 aa. I primi di Agosto avverte dolore al fianco dx, effettua eco di controllo da cui si riscontra una massa solida di 7 cm ipoecogena a margini irregolari, non vascolarizzata. Dopo 5 gg esegue la tac che riporta un’infiltrazione della massa al fegato, polmone e linfonodi. La tac però non è di univoca interpretazione, sembra un tumore primitivo come un ascesso. Mio padre continua ad avvertire forti dolori, viene ricoverato e ci dicono che il tumore così come si è esteso, non c’è nulla da fare…Passano i giorni e i medici capiscono che non si tratta in realtà di un tumore ma di un ascesso…vengono così drenati 5 lt di pus dal torace, così facendo mio padre sta meglio. Dalle culture ant. hanno isolato l’e.coli, ma pensano che ci sia un batterio che si nasconde…pensano anche alla tubercolosi iniziata dalla vescica. Mio padre ha infezioni ricorrenti vescicali per via della ricostruzione della vescica avvenuta 10 anni fa per un tumore, il batt. sempre e.coli, infatti mio padre sta diventando resistente a questo tipo. Durante la fase iniziale del dolore, all’urinocultura era pos a Klebsiella e non coli, può essere che il batterio che gioca a nascondino sia proprio il klebsiella? Ah dimenticavo di dirle che non hanno mai pensato all’ascesso perchè non aveva mai avuto febbre. Cosa pensa di questa situazione???? Grazie.
RISPOSTA
Ritengo che a sostenere il quadro che lei mi descrive contribuisca anche un abbassamento delle difese immunitarie, inevitabile per le patologie di cui suo padre soffre. Sicuramente il pus va evacuato, anche se è possibile che, col tempo, possa riformarsi finchè non intervenga la guarigione definitiva. Dal punto di vista microbiologico è possibile che nella situazione descritta Klebsiella (pneumoniae?) conviva con Escherichia coli e, a seconda dell’equilibrio fra i due batteri, prevalga ora l’uno ora l’altro. Però attenzione: Klebsiella potrebbe essere molto pericolosa per i suoi meccanismi di resistenza agli antibiotici la cui presenza va accuratamente indagata per poter instaurare una terapia antinfettiva efficace.