DOMANDA
Buongiorno Dottore, mia figlia (9anni) ha avuto febbre alta associata a mal d’orecchio, curata con antibiotico. Inizialmente gliel’ho somministrato ogni 8 ore x 3 giorni, poi, rientrando a scuola, in accordo con la pediatra, ne ho aumentato la dose dandoglielo ogni 12 ore. Il problema e’ che al sesto giorno ho dimenticato di somministrarne una dose e, essendo domenica (senza possibilità di sentire la pediatra) ho pensato a quel punto di interromperlo dato che il flacone da 140 ml era quasi finito…
Stanotte pero’ mia figlia si e’ svegliata con dolore all’orecchio. Ieri serata fatto un bagno e probabilmente non ha asciugato bene le orecchie…puo’ essere dovuto a quello? …e al fatto che potrebbe avere un tappo che a contatto con l’acqua si gonfia e preme sul timpano…?Spero che l’interruzione dell’antibiotico non sia stata la causa…e mi domando, se il problema fosse davvero un tappo di cerume, l’antibiotico (assunto correttamente) può risolvere il problema o questo va rimosso da uno specialista?
Grazie per l’attenzione.
RISPOSTA
Gentile Sig.ra Carmen,
la presenza di un episodio febbrile associato ad otalgia orienta verso la possibilità che avesse realmente un’otite. In questi casi la terapia antibiotica deve essere procrastinata fino alla risoluzione dell’episodio, normalmente non meno di 7 giorni.
Non sono in grado di darle opinioni circa la concomitante presenza di un tappo di cerume, per la cui diagnosi una semplice otoscopia è sufficiente. In caso di ripresa dell’otite, resta da valutarsi dallo specialista la necessità di effettuare un nuovo ciclo di terapia antibiotica, cautelativamente cambiando tipo di antibiotico.
Porgo distinti saluti
Roberto Teggi