DOMANDA
Buongiorno, mio marito ha 53 anni, molto sportivo (proprietario di una palestra e personal trainer)ed attivo. Ha sempre avuto un’indole un po’ “smemorata” ma da circa 6 mesi mi preoccupa: non è riuscito a recarsi dal solito dentista poichè non trovava più la strada, conosciuta da anni, e cose di questo genere, oltre a dimenticare facilmente le cose, avere vuoti di memoria. La sua pressione e gli esami sono ok ma io ho paura poichè suo padre si è ammalato di Alzheimer ad 81 anni e nei giro di 5 anni si è ridotto ad un vegetale, completa demenza. E’ morto ad 85 anni. Devo fargli fare qualche esame in particolare? Lui è un paziente… difficilissimo. Grazie mille
RISPOSTA
Cara signora,
Avere “vuoti di memoria” non vuol dire necessariamente avere una demenza in fase iniziale. Talvolta può essere espressione di una depressione o di uno stato ansioso, ovvero dimentichiamo facilmente dove riponiamo gli oggetti o ci sembra di avere dimenticato dei percorsi conosciuti semplicemente perchè in quel momento la nostra attenzione è concentrata su qualcosa di più urgente. Nel caso di suo marito, nonostante la familiarità per la Malattia di Alzheimer, peraltro ad esordio tardivo, è presente un chiaro fattore di protezione rappresentato dalla continua attività fisica. Non c’è da preoccuparsi quindi se suo marito ha, o meglio ha avuto l’impressione di non ricordare momentaneamente il percorso usuale per andare dal dentista. Diverso sarebbe per episodi frequenti di perdita di memoria, ovvero se dimentica sistematicamente percorsi già noti, ad esempio il percorso palestra-casa, oppure se ripone sistematicamente gli oggetti nei posti sbagliati, o se ripone un oggetto, ad esempio il portafogli o le chiavi di casa in un tale posto, per poi dimenticarsene e accusare le persone vicine di averglielo sottratto. In ogni caso, per maggiore tranquillità sua e di suo marito, conviene effettuare una visita di controllo presso un medico specialista nella diagnosi e nella terapia della demenza (neurologo, geriatra o psichiatra), che sottoponga suo marito a una valutazione delle funzioni cognitive con delle prove appropriate. Per tranquillizzare suo marito, conviene non mortificarlo ma spiegargli che i vuoti di memoria possono essere solo espressione di affaticamento, il cosiddetto “stress”, e che si tratta solo di esami di controllo come potrebbero essere degli esami di laboratorio. L’esame strumentale più utile da eseguire sarebbe una Risonanza Magnetica dell’encefalo, ma solo dopo valutazione clinica e su consiglio dello specialista. La saluto cordialemte.