Dolore persistente al collo

    DOMANDA

    Gentile dottore,

    le scrivo per mia sorella, 63 anni, che da circa tre mesi ha un dolore al collo che le impedisce di muoverlo, soprattutto verso sinistra. Un paio di volte ha avuto anche un dolore di tipo nevralgico alla mano destra, che l’ha costretta ad assumere antidolorici.
    All’esame radiografico risulta:
    “Perdita della fisiologica lordosi.
    Spiccata artrosi con sclerodattilia delle limitanti e con apposizione di piccoli osteofiti marginali anteriori nel tratto medio inferiore.
    Netta riduzione in altezza degli spazi intersomatici in C4/C5/ C5/C6 e C6/C7 con una maggiore sclerosi delle superfici affrontate.
    Nelle proiezioni oblique parziale riduzione in ampiezza del terzo, quarto e quinto forame di destra e del terzo e quarto di sinistra”.
    Il medico di base ha consigliato fisioterapia, senza specificare di che tipo, né ha prescritto antinfiammatori.
    In questo periodo l’ortopedico di fiducia, che anni fa la operò per il tunnel carpale, è in ferie.
    Secondo lei è un quadro preoccupante? È normale che il dolore al collo duri per tre mesi? Il dolore di tipo nevralgico che a volte avverte alla mano è compatibile con questo quadro?
    La fisioterapia può essere utile? E di che tipo?
    La ringrazio anticipatamente per l’attenzione e, in attesa di un suo riscontro, la saluto con cordialità.

    RISPOSTA

    Carissimo, risulta quasi impossibile dare un parere esaustivo sulla situazione di sua sorella, con le poche notizie fprnite e soprattutto senza un accurato esame obiettivo. Da quanto posso capire si potrebbe trattare di una cervico-brachialgia in fase acuta sulla base di un restringimento artrosico dei forami ossei che danno passaggio alle radici nervose che vanno poi a costituire i nervi per il braccio avambraccio e mano. Sono quadri molto frequenti soprattutto con l’avanzare dell’eta’ ed il trattamento nella maggior parte dei casi consiste in fisioterapia e farmaci. Nei casi resistenti pero’ e per fortuna raramente, e’ necessario un intervento chirurgico per dare spazio a tali radici nervose.
    Le consiglio quindi una approfondita visita specialistica da parte di un ortopedico che si occupi di tali patologie o di un neurochirurgo al fine di arrivare ad una corretta diagnosi anche magari facilitata da un esame TAC od RMN.
    Cordiali saluti

    Francesco Ceccarelli

    Francesco Ceccarelli

    Professore ordinario di ortopedia e traumatologia presso l’Università di Parma dove dirige anche la scuola di specializzazione. Nato a Perugia nel 1955, si è laureato in medicina nel 1980 e si è specializzato in ortopedia nel 1983 e in fisioterapia nel 1987. È autore di oltre 350 pubblicazioni scientifiche in Italia e all’estero.
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