Crolli vertebrali

    DOMANDA

    Gentile dottore, ho avuto due crolli vertebrali della vertebra D11 (17 luglio 2014 26 maggio 2015) e un crollo della D6 (30 agosto 2015)(la D9 si è saldata senza intervento anni orsono). Sono fortemente osteoporotica) e mi sono sottoposta alla vertebroplastica (12 giugno e 11 settembre). Dopo tale intervento, il dolore alla schiena mi continuava e così mi è stato consigliato il nuoto e fisioterapia che ho fatto (anche con la hilterapia. A proposito, a lungo andare questa può darmi dei problemi?) e sono migliorata. Secondo lei, devo continuare con il nuoto o è sufficiente soltanto la fisioterapia? Ho 68 anni e andare in piscina è piuttosto pesante. Del resto, credo che il nuoto non può certo migliorare la mia osteporosi né ridurre il pericolo ( inevitabile!) di un altro crollo vertebrale.. E’ ovvio che comincio a preoccuparmi per il susseguirsi, direi incalzante, di questi crolli che, non so dove mi porterà! Con questo ritmo, tra due-tre anni mi saranno crollate tutte!!! Attualmente sto curando le ossa con Difosfonal e Didrogyl ma, ritengo, siano insufficienti. C’è qualcos’altro che potrei fare per arginare questa caduta libera? Si può intervenire chirurgicamente sull’intera colonna per rafforzarla? Ogni mattina faccio stretching, 10° minuti di cyclette e qualche esercizio per rinforzare la colonna vertebrale e faccio molte scale. Devo prendere in considerazione anche qualche particolare alimentazione? Faccio presente di essere intollerante al lattosio ma, comunque, mangio circa 50 gr. di parmigiano al giorno. Una sua risposta sarebbe graditissima e confortante. Grazie.

    RISPOSTA

    Cara signora, le problematiche riguardanti l’osteoporosi sono gestite per quanto riguarda la terapia farmacologica da internisti specializzati 9in questo settore a cui la rimando in centri dedicati.

    Da quanto mi dice mi sembra che dal punto di vista farmacologico lei stia facendo gia’ quanto necessario. Dal punto di vista ortopedico posso dire che il nuoto, come lei ha gia’ intuito non e’ certo curativo, a volte innscando anche dolori a causa dell’umidita’ che comporta. Non esistono interventi chirurgici che possano prevenire i crolli.

    L’uso di un busto ortopedico a tre punti potrebbe essere d’aiuto sostenendo la colonna nei momenti di prolungata stazione eretta o particolari necessita’ di affaticamento.

    Cordiali saluti

    Francesco Ceccarelli

    Francesco Ceccarelli

    Professore ordinario di ortopedia e traumatologia presso l’Università di Parma dove dirige anche la scuola di specializzazione. Nato a Perugia nel 1955, si è laureato in medicina nel 1980 e si è specializzato in ortopedia nel 1983 e in fisioterapia nel 1987. È autore di oltre 350 pubblicazioni scientifiche in Italia e all’estero.
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