eschemie celebrali frequenti

    DOMANDA

    Le scrivo per avere un parere sulla diagnosi che mio padre di 78 anni ha avuto con un ricovero presso ospedale per blocco delle funzioni di deambulazione. (Referto tac testa:’il referto è sostanzialmente invariato rispetto all’anno 2011 e 2010,in particolare:’ampliati gli spazi liquorali con diffuse note di Atrofia della corteccia sia sovra che sottotentoriale.Presenza di numerose aree di alterazione del segnale in particolare isolate,in parte confluenti situate a livello di cortico sottocorticale,alle corone radiate ed in sede periventricolare come per leucoencefalopatia su base microvascolare.piccole aree di alerazione anche a livello del tronco.Non sostanziali modifiche a livello di idrocefalo triventricolare.con asimnetria dei ventricoli laterali per preval.dx.Un po ampliato anche il IV ventricolo.Strutture di riferimento della linea in asse.NON aree di impregnazone patologica dopo mdc panoramico)RIASSUMO che mio padre teneva sotto controllo l’idrocefalo da due anni con tac che non indicavano cambiamenti.Il neurochirugo di zona non ha consiglato di operare.Adesso dopo il ricovero in ospedale per eschemie celebrali transitorie determinante da defici del 7NC DX e afasia.ADESSO papà cammina malissimo piede SX incollato al suolo, non si forte rigidità nei movimenti,rallentamento.VOLEVO SAPERE SE MIO PADRE HA LA POSSIILITA’ DI MIGLIORARE E IN QUALE MODO?oppure è valida la diagnosi che è in fase degenerativa e va incontro ad essere un vegetale? Maria Firenze

    RISPOSTA

    Gentile Signora, da quello che mi scrive (e che ovviamente non può consentirmi una valutazione adeguata) mi sembra di concludere che i problemi di suo Padre siano dovuti ad una vasculopatia cerebrale cronica e lentamente progressiva che molto spesso determina difficoltà motorie come quelle descritte. L’idrocefalo presente probabilmente non è da trattare chirurgicamente come giustamente le ha detto il neurochirurgo.
    Purtroppo grandi miglioramenti non possono essere attesi, ma spesso si assiste a fasi di stabilizzazione ed una buona riabilitazione motoria consente di evitare quello che è realmente il pericolo in questi casi, cioè le cadute e le conseguenti fratture.
    Abbia fiducia e non si aspetti necessariamente evoluzioni catastrofiche!

    Massimo Franceschi

    Massimo Franceschi

    SPECIALISTA IN ALZHEIMER E DEMENZE. Primario neurologo presso l’unità funzionale di neurologia dell’ospedale MultiMedica di Castellanza (Varese). Nato nel 1949 a Genova si è laureato in medicina nel 1973 per poi specializzarsi in neurologia nel 1977 e in psichiatria nel 1981. Autore di oltre cento lavori scientifici e di tre libri su temi di neurologia, […]
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