DISFAGIA DA REFLUSSO GASTROESOFAGEO

    DOMANDA

    Buonasera dottore,
    mi chiamo Paolo e ho 28 anni. Le scrivo per parlarle di alcuni problemi di salute che mi stanno “accompagnando” dall’ estate scorsa. Inizio dicendo che a giugno scorso ho preso da mia nipote la varicella in forma abbastanza grave che mi ha notevolmente debilitato, contribuendo all’ inizio del forte calo di peso che ho subito durante i mesi estivi. Nello specifico, durante il mese di agosto ho iniziato ad avere forti problemi nella deglutizione (la sensazione che provavo, e che tuttora provo, era di perdita della capacità di deglutire, perdita della sensibilità a livello della faringe e dell’esofago, sensazione di soffocamento durante la deglutizione e non solo e dopo aver deglutito, sensazione di presenza costante di muco a livello della gola o comunque di residui di cibo) per lo più di cibi solidi (le premetto che precedentemente ed in modo molto più lieve mi capitava di provare una simile sensazione solo in casi particolari, come in presenza di cibi particolarmente difficoltosi, come il prosciutto; per tutti gli altri casi, assolutamente nulla) che hanno reso difficoltoso, oltre che estenuante ogni pasto provocando una perdita di peso complessiva di circa 10 kg in un mese.
    Secondo quanto prescritto dal mio medico di base, ho fatto i primi accertamenti, tra cui analisi del sangue e ecografia alla tiroide, risultata completamente nella norma(salvo delle, in teoria, inoffensive “isolate adenopatie reattive in sede latero-cervicale”).
    Dopo un mese, mi è stato consigliato di fare una gastroscopia dalla quale è stata riscontrata: “una malattia da reflusso gastroesofageo con discreta ipocontinenza cardiale. Hp negativo – Cardias in sede beante e moderata ipocontinenza con reflusso in corso di esame.”
    La cura prescritta dal gastroenterologo è stata: Pariet 10 mg (1cpr al matt x 30 gg); Esoxx-one (1 bustina 3 vlt al dì); Domperidone 10 mg (prima di pranzo e cena x 30 gg).
    In realtà, il medico di base ha subito sostituito l’ipp, presente nella cura, con Ranidil 300 mg (1 vlt al dì x un mese).
    Nello specifico, la modifica è stata ritenuta necessaria perché secondo quanto specificato dal mio medico cardiologo la presenza a livello del cuore di una lieve insufficienza valvolare (nel mio caso si parla di “ritardo di conduzione destra”, presente fin dalla nascita e tenuta costantemente sotto controllo con periodici controlli strumentali e per questo ritenuta in alcun modo limitante) combinata all’uso di ipp poteva rendere comune il manifestarsi di aritmie cardiache. Purtroppo dopo circa due mesi di cura, i risultati sono stati completamente assenti. Tutto questo, unito al forte stato di disagio legato al continuo manifestarsi dei sintomi di soffocamento spesso associati anche a stati di ansia notturni, dolori al petto e tachicardia nonchè alla frustrazione per l’incapacità di trovare un rimedio mi hanno spinto a rivolgermi ad un altro medico che mi ha modificato la cura, re-introducendomi l’ipp (nello specifico: Pantoprazolo 40 mg (1 vlt al dì) e Gaviscon (dopo i pasti principali e prima di andare a dormire). A quel punto, già dopo qualche settimana ci sono stati i primi miglioramenti ma purtroppo non risolutivi. Oggi posso dire che vivo continui momenti altalenanti, fatti di situazioni in cui mi sembra di non avere nulla e altre in cui continuo a provare le stesse sensazioni debilitanti dei mesi scorsi. Nelle ultime settimane, la voglia di trovare un rimedio definitivo a questa situazione sfiancante e, oltretutto, la paura che possa non essere in realtà il reflusso gastroesofageo a provocarmi tutto questo mi ha spinto a rivolgermi ad un altro gastroenterologo e a sottopormi ad altri esami strumentali, quali Rx esofago-stomaco-duodeno (completamente negativo) e alla Manometria esofagea (purtroppo non terminata, a causa dell’incapacità di sostenere il fortissimo senso di soffocamento provocato dall’esame e dalla notevole perdita di sangue da naso e bocca seguita).
    Ad oggi, il gastroenterologo in questione, ha saputo SOLO consigliarmi di aumentare il dosaggio di Pantoprazolo (raddoppiandolo), continuando a ribadire che il reflusso sembra essere l’unica spiegazione (salvo l’ipotetica possibilità che possa essere stato un “virus” a scatenare tutto!!!). Ed ora eccomi qua, a chiederle se, secondo lei, davvero il reflusso possa essere la SOLA causa di un problema così grave e ad oggi irrisolto (?), il perché la terapia risulta ancora non efficace in maniera risolutiva(?) e soprattutto ci sono altri esami strumentali che io posso fare (magari un’altra gastroscopia-l’ultima risale a settembre 2013) o altri interventi farmacologici o addirittura chirurgici che possano aiutarmi a mettere un punto definitivo (?).
    Alla luce di quanto detto, le volevo dare solo alcune informazioni aggiuntive che credo potranno aiutarla nella comprensione del mio stato di salute attuale:
    • Dopo il risultato della gastroscopia, ho assunto uno stile di vita idoneo a quanto specificato dal gastroenterologo nel referto, sia relativo all’alimentazione (eliminando tutto ciò che poteva contribuire) che agli atteggiamenti pratici quotidiani (non piegarsi dopo i pasti, dormire usando più cuscini, passeggiare dopo i pasti, etc) tranne che per una cosa: il fumo. Sono un fumatore da più di 10 anni e durante questi mesi, sono riuscito a smettere di fumare per 1-2 mesi circa. Ma mi sto ripromettendo di farlo ancora.
    • Durante il mese di agosto, ho eseguito diverse volte le analisi del sangue. In particolare, in seguito al riscontro di un valore sopra la norma (ed in continua crescita) di Ferritina ho iniziato, in concomitanza a quanto descritto prima, un’indagine per individuarne la causa, che ha previsto una notevole quantità di test tra cui il test genetico, che nel mese di Novembre scorso ha individuato “Emocromatosi ereditaria per lesione H63D allo stato omozigote”, trattata immediatamente con periodiche sedute di salassoterapia, che oggigiorno hanno riportato il valore nei range, e di conseguenza tenuta sotto stretto controllo costante.
    • Nell’ ultimo mese, in seguito a diversi episodi di rettorragia, mi sono sottoposto ad un esame colonscopico di cui riporto il referto (e in associato i risultati dell’esame istologico in seguito a biopsie): “Canale Anale – emorroidi interne lievemente congeste; a carico del sigma si repertano numerose soffusioni emorragiche iscritte su mucosa endoscopicamente normale – si prelevano biopsie (Risultato esame istologico: Flogosi cronica aspecifica lieve ed iperplasia di un follicolo linfatico nella tonaca propria della mucosa); A livello del sigma medio si reperta polipo sessile del diametro di 0.3 cm asportato e analizzato (Risultato esame istologico: Frammenti di adenoma tubulare con displasia di basso grado ); Valvola ileo-ciecale ricoperta da mucosa eritematosa su cui si iscrive singola ulcera ovalare di circa 0.6 cm – si prelevano biopsie (Risultato esame istologico: Flogosi cronica attiva lieve con discreta presenza di eosinofili nella tonaca propria della mucosa – ghiandole coliche ben rappresentate con diffusi aspetti iperplastico-rigenerativi).
    L’infezione intestinale riscontrata è stata trattata esclusivamente con fermenti lattici.

    La ringrazio anticipatamente per la disponibilità, con la speranza di aver reso comprensibile un quadro clinico tutt’altro che semplice da spiegare. Spero di ricevere una sua risposta e che magari possa aiutarmi a prendere la direzione giusta per mettere la parola FINE a questo capitolo difficile della mia vita.
    Distinti Saluti,
    Paolo

    RISPOSTA

    Non ho capito quale è la domanda