Effetti collaterali del litio

    DOMANDA

    Gentile dottore,

    da circa un anno assumo 300 + 300 mg di Carbolithium, una la mattina, l’altra la sera. La litiemia, che controllo ogni tre mesi, si mantiene sul valore di 0,6 mEq/L, talvolta anche un po’ di meno.

    Vorrei sapere se questo dosaggio, che mi dicono essere “basso”, può comunque provocare gli effetti collaterali tipici del litio. Dico questo perchè sto notando sul mio fisico una serie di cambiamenti che non vorrei dipendano dal farmaco (es. diradamento capelli, brufoletti sul viso, gocciolamento post minzione, tiroide finemente disomogenea all’esame ecografico).

    Se ho ben capito, inoltre, gli effetti collaterali dipendono anche dalla durata della terapia. Che vuol dire? Di quanti anni parliamo?

    Grazie

    RISPOSTA

    Il litio è un elemento presente in natura, anche nell’acqua che beviamo, ma in quantità molo basse; nell’organismo umano si comporta come il sodio, con il quale entra in competizione nei delicati meccanismi che regolano la permeabilità e la polarizzazione della membrana cellulare dei neuroni e di altre cellule, interferendo nella conduzione dello stimolo nervoso e in altre funzioni. Proprio per questa capacità di interferire in meccanismi di base del funzionamento cellulare il litio ha una tossicità elevata se si superano concentrazioni nel sangue di 1,2 mEq/litro, ma anche quando le concentrazioni si mantengono entro la cosiddetta finestra terapeutica (0,6-1,2 mEq/L) si possono avere effetti collaterali, generalmente tollerabili. Tra i più frequenti sete, ritenzione idrica, bisogno di urinare spesso, aumento di peso, fini tremori, perdita di capelli, acne, nausea e disturbi intestinali, torpore ecc. Solo nel caso di concentrazioni che superano il livello terapeutico si hanno gli effetti da intossicazione, tanto più gravi quanto più elevato e prolungato è stato il sovradosaggio: vomito, tremori vistosi, confusione mentale, perdita di equilibrio, crisi convulsive fino al coma. Effetti collaterali conseguenti al trattamento prolungato anche alle dosi terapeutiche possono essere l’ipotiroidismo e le disfunzioni renali, tuttavia reversibili. Il trattamento con litio è solitamente di anni e non è possibile stabilire dopo quanto tempo possono comparire i disturbi, perché la sensibilità individuale a questi effetti è molto diversa tra le persone. Per questo è importante fare una serie di accertamenti prima di iniziare la terapia, in particolare per tiroide, funzionalità renale e cardiaca e tenere sotto controllo la litiemia almeno ogni tre mesi e in occasione di cambiamenti nella dieta (es. cibi salati) o di cambiamenti climatici che comportino sudorazione abbondante. Nel suo caso è possibile che i fastidi che ha segnalato siano causati dal litio. Non mi pare siano di gravità da indurre cambiamenti nella terapia. Tuttavia bisogna sempre fare un accurato bilancio costi/benefici per stabilire se il trattamento con litio possa essere continuato o sostituito con altre terapie adeguate al suo caso.

    Renzo Rizzardo

    Renzo Rizzardo

    ESPERTO IN DISTURBI DELL’UMORE E D’ANSIA. Già professore a contratto di psichiatria all’Università di Padova. Nato a Basiliano (Udine) nel 1946, si è laureato e specializzato in psichiatria a Padova. È stato responsabile del centro di salute mentale dell’Università di Padova e coordinatore regionale per il Triveneto della Sirp (Società italiana di riabilitazione psicosociale). Si […]
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