Esplosione d’ira

    DOMANDA

    salve,sono Michele ed ho 24 anni.Da 2 anni ho scoperto di avere avuto un trauma nella perdita di mio padre all’età di 4 anni.in questi 2 anni di terapia tutto è stato perfetto, con alti e bassi logicamente, con molta sofferenza ma mai assumendo medicinali.la scena madre è stato un pisolo pomeridiano con lui, scena nella quale mi risveglio da solo e in preda ad un attacco di panico mi son convinto di essere stato abbandonato, una volta arrivato in cucina ho trovato mia madre e l’ho incolpata del disguido. negli anni ho sempre dormito con mia madre perché ho sempre avuto un certo timore senza realmente rendermene conto del problema. durante gli anni più infantili mi ritrovavo in piena notte a svegliarmi continuamente e terrorizzato di essere rimasto da solo, con il timore che un intruso mi uccidesse da un momento all’altro, in quelle notti progettavo un eventuale aggressione al mio intruso con un coltello. fantasie infantili, me ne rendo conto.ora mi ritrovo ad essere arrivato in una fase della terapia nella quale ira e rabbia sono esplose, sogno di coltelli, sangue e durante la mia giornata ho SOLO l’istinto di fare del male agli altri e farmi del male (credo che sia la disperazione che mi spinge a questi pensieri solo per richiedere aiuto).la casa che finora è sempre stata una riserva di sicurezza ora è un incastro alla mia libertà, mia madre è diventata il colpevole di tutto a cui sfogare l’ira, è diventata la mia morte, il mio intruso.Le chiedo un gentile consiglio. Michele

    RISPOSTA

    Caro Michele

    scusi per il ritardo nella risposta, da quanto scrive desumo che lei venga seguito in psicoterapia. E’ normale e persino auspicabile che verso il secondo/terzo anno di terapia, vengano fuori reazioni come la sua in conseguenza di sogni che affrontano uno dei fattori della sua condizione. Anche il pavor infantile andava nella direzione di rielaborare la perdita e probabilmente ha svolto una parte del processo di individuazione, dunque è stato un sintomo ma anche una reazione. Deve riparlarne con il suo terapeuta e se il caso ricorre in via estemporanea a qualche leggero ansiolitico (solo in caso di bisogno!) o meglio se riesce a farne a meno e proseguire in questa direzione facendo attenzione ad alcune norme comportamentali come la separazione di spazi con la madre che lei stesso ha segnalato. Si rivolga anche ad attività esterne a casa con amici e persone “fuori” dal giro familiare.
    Lei è giovane e ha buone speranze di uscire da una situazione se si concede tempo e fiducia

    in bocca al lupo

    augusto iossa fasano