DOMANDA
Gentile Professore Buongiorno.Vorrei cortesemente porle (se non è complicato) un quesito in merito ad un problema su una futura convivenza tra me e la mia compagna.Premetto che stiamo distanti più che altro per il traffico e che per via del lavoro ed altri impegni ci vediamo nel weekend.Entrambi abbiamo un buon lavoro e così qualche mese fa decidiamo di andare a convivere nel mio paese. Lei si propone di voler comperare una casa (conoscendo la mia provvisoria difficoltà economica..avendo un grande mutuo) e così molto contento di questa iniziativa mi metto alla ricerca insieme a lei. Arriva un giorno (lei vive con la sua famiglia) che vado a cena da lei parliamo con i suoi genitori in merito all’acquisto per questa convivenza e così il padre tra lunghe chiacchierate mi fa capire che se non ci sposiamo non è disposto ad acquistare per conto della figlia la casa, perché secondo lui siamo come due coinquilini senza matrimonio (specie la figlia) non avendo nessun diritto e nessuna tutela. Ma dico…se due persone si vogliono bene come è possibile che un genitore forzi così una storia su un matrimonio che non è mai stato mai nominato, molto malignamente credo che dietro ci sia l’opera della mia compagna. Grazie.
RISPOSTA
Gentilissimo,
le dinamiche iniziali dei progetti di convivenza, a prescindere dal matrimonio, sono complesse, e vanno ben al di là del “volersi bene”, profondo o meno che sia questo sentimento reciproco. Di fronte al suo sospetto sull’opera sommessa della sua compagna rispetto al tipo di atteggiamento del genitore, sarebbe importante in primo luogo chiarire con lei la questione, sperando così di fugare ogni dubbio.
Teniamo conto che se il genitore è preoccupato delle “tutele e dei diritti” della figlia (e forse lo è anche la figlia stessa), si tratta di timori emotivamente legittimi e comprensibili, mentre sarebbe sicuramente diverso se la vicenda venisse interpretata e vissuta come una sorta di ricatto nei suoi confronti…
Comunque, una tra le possibilità pratiche per distinguere aspetti emotivi e aspetti concreti della situazione, sarebbe quella di optare per una forma di acquisto dell’appartamento che tuteli la sua compagna.
Al di là degli aspetti pratici, sui quali non mi soffermo oltre, nella sua storia vi sono diversi piani da considerare: (a) l’aspetto relazionale e della fiducia tra lei e la sua compagna; (b) le reciproche aspettative circa il futuro e il progetto di coppia; (c) l’autonomia che può-vuole vivere la sua compagna nei confronti della famiglia di origine.
E, infine, le paure e i desideri di ciascuno (compresi i genitori della sua compagna).
Sarebbe un peccato rovinare il vostro sentimento di coppia sulla base di una incomprensione, quindi io direi che la cosa fondamentale è quella di chiarirsi con la sua compagna in modo tale da avere fiducia l’uno nell’altra, e viversi come vera e propria “coppia” anche in questa vicenda, e anche nell’eventuale confronto con i genitori di lei.
Cordialmente,
Andrea Castiello d’Antonio