DOMANDA
Buongiorno,
a mia figlia diciassettenne hanno diagnosticato da poco l’ovaio policistico.
Il nostro ginecologo non ci ha spiegato bene cosa significa e cosa comporta, anche perchè girovagando su internet ho letto che ci sono alcuni sintomi, ma Asia, oltre al fatto che non ha il ciclo, non dà nessuno di questi. Ho letto anche che l’ovaio policistico potrebbe dare problemi nel caso pensasse a una gravidanza in un futuro, anche se si può aiutare molto con l’alimentazione.
Cosa comporta precisamente , quindi, l’ovaio policistico?
Se è vero che si può seguire con il cibo, cosa può mangiare?
Abbiamo fissato la visita con l’endocrinologa ma in attesa di essa vorrei avere qualche dritta.
Grazie mille a presto, Federica.
RISPOSTA
L’ovaio policistico e la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) non sono la stessa cosa. La sindrome comporta due di queste tre caratteristiche: l’oligoamenorrea (che sua figlia ha), il quadro ecografico (he mi sembra presente) e segni clinici (acne o peluria, caduta di capelli) o biochimico (aumento di ormoni androgeni). Naturalmente si debbono escludere altre cause dovute al altre malattie. L’ovaio policistico invece da solo non fa la diasgnosi.La PCOS è presente nell’8-10% delle donne ion età fertile e quindi è frequente. Il problema alla base è spesso la resistenza insulinica (necessità di produrre più insulina per mantenere normale la glicemia). Si associa frequentemernte a sovrappeso ma si manifesta anche in ragazze magre. Ogni caso dovrebbe essere visto a sè stante per la terapia (si deve considerare l’età i disturbi il peso i dsesiderata della paziente etc). Non è vero che dia sterilità ma al limite talpora vi è un tasso minore di ovulatorietà (del resto nessuna donna ovula ad ogni ciclo). La terapia con contraccetivi spesso causa amenorrea alla sospensione per cui tale possibilità dovrebbe essere considerata. Vi sono altre terapie da tenere in conto. Sicuramene l’alimen tazione deve essere tenuta in conto soprattutto per limnitare la secrezione di insulina, dato che si tratta di un problema genetico.
Si affidi a uno specialista che conosca tutta la problematica e che valuti sua figlia da tutti questi lopunti di vista e mi ravcomando non pensi che si tratta di una malattia grave.
decio.armanini@unipd.it