DOMANDA
Sono una mamma molto preoccupata perchè mio figlio, ventunenne, non sa gestire il denaro. Lavora come apprendista da 3 anni in una ditta, con uno stipendio di 1100,00 euro circa al mese del quale ne dà una piccola parte in casa per contribuire alle spese domestiche.Nonostante il dialogo, gli esempi e quant’altro per fargli capire che non si può spendere più di quello che si guadagna, arriva sempre alla fine del mese in rosso e ci dice molte bugie su come spende i soldi. Mio marito è molto arrabbiato e anche io perchè non riusciamo a fargli capire che bisogna avere il senso della misura. Noi siamo sempre stati dipendenti (anzi, adesso lavoro solo io perchè mio marito è disoccupato)e lui ha sempre visto che noi non abbiamo mai fatto il passo più lungo della gamba e quindi penso che non abbiamo mai dato cattivi esempi. Tuttavia,quando ha avuto bisogno lo abbiamo sempre aiutato, nonostante le difficoltà. Abbiamo sbagliato? Cosa possiamo fare per “educarlo” ad essere meno spendaccione e più realista circa le sue possibilità economiche? Non ne possiamo più. Mio marito minaccia di mandarlo fuori casa. Grazie mille. Rosy
RISPOSTA
Gentile signora Rosy,
niente di più facile per educare suo figlio alla gestione dei soldi: dopo avervi fatto consegnare la parte per la contribuzione alle spese comuni, non aiutatelo più e, anche quando va in rosso (anzi soprattutto se va in rosso), nessuna concessione; nessuna eccezione.
Ovviamente deve pagarsi da solo anche l’assicurazione, il bollo della macchina, le vacanze e quant’altro.
Forse il problema sta proprio nell’averlo sempre aiutato rendendogli la strada facile e togliendogli dalle mani ogni patata bollente. In tal modo vostro figlio non ha apprezzato né il valore del denaro né il prezzo della fatica per guadagnarselo: avendo sempre i genitori alle spalle, si è sentito protetto e al sicuro da qualsiasi difficoltà.
Perciò, mettetevi a tavolino lei, suo marito e suo figlio e comunicategli con pacatezza, ma con fermezza, la vostra unanime decisione, come genitori, di non sopperire più ai suoi “buchi” economici. Per nessun motivo. In questa comunicazione non mostratevi arrabbiati o giudicanti, ma convinti e determinati: vostro figlio deve sentire la vostra intenzione di cambiare strada invertendo la rotta.
Voi, d’altra parte, vi dovrete mostrare fermi e coerenti in questo atteggiamento: affinché le cose cambino davvero, occorre un po’ di tempo e costanza; occorre che senta che i genitori stanno facendo seriamente. Quindi, poche prediche, ma molti fatti.
Soltanto in questo modo potrete aiutarlo a crescere e a gestirsi in modo più adeguato non solo il denaro, ma anche la vita.
Se lo desidera, mi faccia sapere.
Un cordiale saluto
Rosanna Schiralli