Mal di testa all’atterraggio

    DOMANDA

    Salve, da circa 6-7 mesi quando prendo l’aereo mi capita di avvertire improvvisamente un forte mal di testa in fase di atterraggio dagli ultimi 400 – 300 m fino a qualche ora dopo l’atterraggio. Non capisco perchè prima non mi succedeva ed ora improvvisamente, più spesso al ritorno che all’andata, accade ciò. Nel dettaglio le spiego cosa mi succede: senza nessun preavviso, ma improvvisamente mi sento come degli aghi infilati sull’arcata sopraccigliare/fronte a volte sopra l’occhio sinistro a voltre sopra quello destro per poi sfociare in un mal di testa inizialmente fastidioso con picchi acuti frontali, e poi più sordo che dura anche qualche ora dopo l’atterraggio. La prima volta che è accaduto, sia all’andata che al ritorno, non capivo cosa mi stesse succedendo (quasi andavo in panico). Poi mi sono documentato sulla rete ed ho visto che è un malessere abbastanza diffuso negli ultimi tempi! Al mio ritorno, sono andato dall’otorino a cui ho spiegato la situazione e mi ha diagnosticato una “rinite barotraumatica” o qualcosa del genere, e una leggera devizione nasale. Mi ha prescritto un antinfiammatorio, un integratore vitaminico ed uno spray nasale a base di cortisone…tuttavia non ha risolto il problema. Gli ultimi due viaggi a distanza di un mesetto l’uno dall’altro, ho avvertito il problema ma solo al ritorno. Mi rivolgo ora a lei per avere un parere e possibilimente un rimedio efficace, o delle indicazioni in quanto ora prendere un aereo è diventato purtroppo un trauma.

    RISPOSTA

    Caro Luigi, esiste in realtà una cefalea “da volo aereo)
    Compare solitamente tra i 30 ed i 40 anni e colpisce maggiormente gli individui di sesso maschile (61%). E’ raro che esordisca in occasione del battesimo del volo (10%) e fortunatamente solo di rado si presenta con regolarità in ogni volo (13.5%). La fase critica è quasi sempre l’atterraggio (87%).
    Ma come riconoscere questo mal di testa dagli altri? Non è poi così difficile. In quasi 9 soggetti su dieci il dolore è unilaterale e interessa in particolare la zona circostante l’occhio a volte irradiandosi verso la tempia e sopra l’orecchio. Inizia in maniera molto brusca (a differenza dei comuni mal di testa) e raggiunge il picco addirittura in pochi secondi. Il paziente lo definisce spesso come una stilettata. Per sua fortuna la durata solitamente non va oltre i 30 minuti.
    Le cause quali sono? Al momento esistono solo ipotesi. I seni paranasali sono delle cavità simili a grotte scavate nelle ossa del cranio che comunicano tramite sottili pertugi con il naso e quindi con l’esterno. Quando siamo in quota, per quanto i velivoli siano pressurizzati, i seni paranasali si riempiono di aria con pressione inferiore a quella cui siamo abituati a terra. Quando però scendiamo di quota per atterrare, la pressione nei seni paranasali e nelle cavità nasali ad essi collegate inizia a aumentare, ritornando ai valori consueti. Se per qualche motivo conformazionale o patologico il passaggio di aria tra seni paranasali e cavità nasali è ostacolato si svilupperà una pressione negativa proprio all’interno dei seni paranasali: questa a sua volta “stirerà” le mucose di rivestimento ed i relativi nervi, dando dolore. Ma sembra che anche la velocità del velivolo, le sue traiettorie e l’angolo di discesa possano avere responsabilità. In questi sfortunati viaggiatori potrà essere consigliato l’uso preventivo di un farmaco sintomatico assunto prima di imbarcarsi oppure, nei voli a lungo raggio, un’oretta prima di atterrare.