DOC e vissuti

    DOMANDA

    Egregio professore, sono una donna di 30 anni e non ho mai avuto un uomo con cui condividere tutto, tanto più l’intimità. Da 9 anni sono profondamente innamorata di un ragazzo, oggi ventottenne, che per primo si era interessato a me, ma dopo pochi mesi si è reso conto di essersi ‘sbagliato’. Negli anni l’ho cercato con alterne fortune ed a periodi ho potuto risentirlo o vederlo, adesso è un anno che non ho più sue notizie. L’idea che non lo sentirò mai più è atroce. Cerco di non pensarci e concentrarmi sui miei progetti: gli studi di medicina da finire, il che mi è indispensabile, non posso arrendermi, da ridimensionare un disturbo ossessivo-compulsivo che è diventato pervasivo nei confronti dello studio e che sto trattando con l’aiuto di una terapeuta cognitivo-comportamentale e farmaci. Mi hanno spiegato che può essere stato questo la causa del mio ritardo nel completare gli studi (fino alle superiori ero una studentessa modello), e forse anche del fatto che sia un pò demoralizzata per tutto. Intanto non sono mai più riuscita ad interessarmi ad un’altra persona. Semplicemente non mi è mai più capitato. Mi sembrava una cosa bella essere rimasta fedele al mio ideale, ma comincio a rendermi conto che forse non è una cosa normale, tanto più che lui ha cercato di farmi ragionare sul fatto che ho vissuto una cosa che non esiste e che nel frattempo ha fatto le sue esperienze, ha ridimensionato le sue delusioni, costruito una relazione molto seria. è così? Non è ‘normale’, vero?

    RISPOSTA

    Certamente il rimanere fissata su di un sogno sentimentale impossibile da realizzarsi costituisce un blocco alla possibilità di avere reali relazioni affettive e dall’altro rappresenta una specie di giustificazione al fatto di non averne: potrò averne solo se realizzerò il sogno con quell’uomo impossibile. Questo è un aspetto che può essere legato al suo quadro ossessivo-compulsivo, caratterizzato da perfezionismo. Ne parli col suo terapeuta cognitivo-comportamentale (tra l’altro ha scelto bene tale forma di terapia, la più efficace per il DOC): non è improbabile che tra l’aspetto DOC e questa sua “fissazione” sentimentale ci siano delle basi in comune.

    Davide Dettore

    Davide Dettore

    Docente di psicopatologia del comportamento sessuale all’università di Firenze. Laureato in filosofia e in psicologia, è professore associato di psicologia clinica all’università di Firenze, e si occupa in particolare di psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale. Dal 1993 è presidente dell’Istituto Miller di Genova, associazione scientifico-professionale di ricerca, formazione e consulenza di psicologia clinica.
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