DOMANDA
Egregio Dott. Santimani, innanzitutto la ringrazio se avrà modo e tempo di rispondere alla mia e-mail.
Breve anamnesi personale: nonna paterna morta a 57 anni per un melanoma ma soprattutto, avendo il corpo pieno di nei, più o meno annualmente eseguo visite di controllo in un centro specializzato tramite SSN, secondo le indicazioni del medico che mi visita.
Tre sono stati in passato i nei che mi hanno asportato. Due erano buoni.
Quello che mi è stato tolto alla gamba destra direttamente durante la visita di controllo del 25/01/2013 ha riportato invece la seguente diagnosi:
Melanoma in situ. Presenza di flogosi e melanofagi nel derma sottostante. Margini indenni.
Immunoreattività: melan-a.: coerente.
Snomed
T-1739
Descrizione macroscopica:
Losanga di cute di cm 0.4×0.3 con lesione pigmentata, piana, di cm 0.2. In toto. Margini in china.
In data 11/02/2013 ho ritirato il referto e il medico mi ha consigliato (comunque tranquillizzandomi) di eseguire:
Radicalizzazione a 3 mm.
Vengo rapidamente alle domande che vorrei porle:
Posso stare tranquillo?
Concorda con l’approccio terapeutico del collega?
L’intervento di radicalizzazione è stato fissato per il prossimo 10/04/2013. Ritiene possa attendere fino ad allora o sia il caso di anticipare l’intervento (magari privatamente)?
La ringrazio per la Sua disponibilità e le porgo cordiali saluti.
RISPOSTA
può stare più che tranquillo. il melanoma in situ non evolve mai
cordiali saluti
mario santinami