recidiva tumore retto ultrabasso

    DOMANDA

    Gentile dott. Passalacqua

    le chiedo un parere sulla situazione di mio zio. 65 anni operato per vasto adenocarcinoma al retto ultrabasso con resezione secondo Miles e confezionamente stomia definitiva in data 23 settembre 2011. Trattato con terapia radiochemioterapia per intervento e chemioterapica (xeloda e 5fluoracile) post intervento.
    Qualche giorno fa la tac ha evidenziato una formazione nella stessa zona del precedente intervento. Siamo in attesa della Pet ma il chirurgo ritiene con una ragionevole dose di certezza si tratti di una recidiva preannunciando l’inutilità di un secondo intervento. Le faccio presente che ha già ricevuto (è passato un anno e 2 mesi dall’ultimo ciclo) la dose massima di radioterapia. Cosa ci consiglia??? L’applicazione della iort può essere utile in associazione a chemio terapia e intervento di resezione. Distinti saluti

    RISPOSTA

    Gentile signore,
    mi sembra opportuno aspettare l’esito della PET, sia per essere più sicuri che questa sia effettivamente una recidiva e sia per escludere con sufficiente certezza la presenza di metastasi a distanza. Lei non mi fornisce informazioni circa lo stadio iniziale della malattia, cosa che potrebbe aiutare a valutare anche il rischio di recidiva locale e quindi a giustificare l’attuale recidiva.
    In ogni caso, ipotizzando che sia una recidiva locale e che sia unica, la decisione va discussa in senso multidisciplinare con il chirurgo e il radioterapista. Personalmente non penso si possa più trattare con radioterapia per via della tollerabilità dei tessuti sani; quindi rimane la chemioterapia e la chirurgia (se fattibile, ma questo lo dovrà dire il chirurgo).
    Occorre inoltre sapere la situazione di un gene che si chiama KRAS facendo un’analisi genetica sul tumore primitivo che è stato asportato all’epoca della diagnosi. Se non ci sono mutazioni nel gene KRAS, il paziente si potrà giovare di un anticorpo monoclonale (Cetuximab) che agisce contro una proteina che si trova sulle cellule (EGFR) bloccandola. Questo anticorpo viene combinato alla chemioterapia e da una maggiore probabilità di risposta (ossia riduzione del volume della lesione recidiva). Questa terapia può essere fatta anche con intento pre-chirurgico, prima del secondo intervento e sarebbe a mio avviso la cosa da preferire. Occorre però condividere questo percorso con gli altri specialisti. Il tumore del retto è uno dei tumori dove è dimostrato che la decisione collegiale migliora il risultato finale.
    Un cordiale saluto
    Rodolfo Passalacqua

    Rodolfo Passalacqua

    Rodolfo Passalacqua

    ONCOLOGO MEDICO. Direttore del reparto di medicina e oncologia dell’ospedale di Cremona. Nato nel 1954 a Reggio Calabria, si è laureato in medicina all’Università di Messina nel 1979 per poi specializzarsi in oncologia all’Università di Parma nel 1984. È professore a contratto di oncologia presso l’Università di Parma.
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