DOMANDA
mi chiamo Stella e se si ricorda Le scrissi molto tempo fa in un periodo in cui l’episodio increscioso da me occorso mi metteva un’ansia incredibile e Lei mi aiuto moltissimo,infatti adesso stò al 100% grazie anche a Lei.Ogni tanto vengo a rileggere qualche notizia qui sul sito in generale e oggi sono venuta dopo tanto a rivisitare la Sua pagina.Andando a ritroso ho letto: rischio da prelievo venoso.Per dirle che purtroppo in passato mi capitò purtroppo lo stesso episodio increscioso dell’utente anche se poi io invece denunciai l’infermiere ma siccome in quei momenti vieni preso dal panico cerchi immediatamente un numero verde.Siccome Lei ha scritto che il rischio è “quasi nullo” questo significa che l’esperto sentito da me ha sbagliato a dirmi di continuare tranquillam. la mia vita? anche se il mio avvocato si fece dare la cartella clinica e il paziente prima di me aveva ugualmente epatiti C-B-D e hiv?Al nipote di una mia amica invece accadde che un infermiere gli iniettava mensilmente una sostanza nella sala delle medicazioni (ora non sò x cosa) e anche in questo caso questo inf. prese una siringa appena utilizzato su un altro.Il nipote della mia amica non fece invece alcuna denuncia ma un nr verde,gli consigliò di denunciare l’episodio ma non x un rischio reale effettivo di salute anche se il ragazzo avesse avuto hiv-hcv-hbv e qualsiasi altra malattia,ma x punire la negligenza xchè gli dissero che non avrebbe dovuto fare neanche la profilassi post-esposiz.E’ giusto?saluti
RISPOSTA
I casi da lei elencati confermano che c’è ancora molto da fare, sia per quanto riguarda le corrette procedure da utilizzare per prevenire le infezioni trasmissibili mediante l’utilizzo di presidi medici, sia per quanto riguarda la cultura nel rispondere adeguatamente a questi episodi (questi si…) di malasanità. Se esistono, infatti, aspetti legati alla negligenza e all’imperizia, che comunque vanno perseguiti, esiste un potenziale rischio che può mettere a repentaglio la salute del paziente. E anche questo aspetto deve essere perseguito, qualora sussista, ed è dovere del paziente rilevarlo e denunciarlo. Non esiste un’evidenza certa del rischio di trasmissione di malattia in questi casi, perchè sono molti i fattori che possono giocare in senso positivo o negativo. Certo è che, come ho ripetuto più volte su questo sito, non ci si può esimere dall’eseguire gli accertamenti previsti, ogni qualvolta vi sia stato un contatto del tipo da lei descritto con un altro paziente sicuramente positivo per epatiti e/o HIV. Questa DEVE essere la regola, che è una regola di salute pubblica, prima ancora che votata a dirimere un dubbio, peraltro giustificato, di chi ha dovuto subire un episodio del genere.