DOMANDA
Buongiorno PROF.Teggi,sono una neuroradiologa a Parma.Vorrei chiederle il suo parere riguardo a delle crisi di vertigini che mi hanno colpito già due volte nell’arco di un anno.
Più che vertigini,che avverto solo rotando il capo verso destra e spostandolo in alto,si tratta di instabilità posturale (non riesco più ad uscire di casa ed ad attraversare la strada da sola ormai da 40 giorni).L’otorino che mi ha visitato e che mi ha fatto le manovre per il nistagmo ha rilevato un leggero nistagmo da destra verso sinistra dell’occhio destro.Il neurologo che mi ha a sua volta visitato mi ha detto che probabilmente ho avuto un distacco di otoliti dal labirinto dell’orecchio destro e mi ha prescritto il Vertiserc 24 mg x 2 die.Naturalmente i miei colleghi mi hanno fatto la RM Encefalo e Cervicale dove si evince una rettilineizzazione del Rachide.
P.S. dimenticavo di dirle che ho avuto,all’inizio dei sintomi, una febbriciattola serotina di 37,5°C accompagnata a dolore al basicranio ed al collo e senso di ovattamento alle orecchie (anche se il mio udito è perfetto da esame audiometrico).
Secondo lei ho avuto veramente un distacco di otoliti?Perchè allora non si risolve con le manovre liberatorie?
Grazie per la sua cortesia e disponibilità Anna
RISPOSTA
Gentile dottoressa,
la cupololitiasi, condizione che le è stata diagnosticata, è legata al distacco di otoliti dall’utricolo e dal loro ingresso in uno dei canali semicircolari.
La sintomatologia è caratterizzata da periodi di vertigine di breve durata, scatenati dalla manovra di sdraiarsi a letto od alzarsi o girarsi su un fianco, presenta una latenza di alcuni secondi, è molto intensa ma si esaurisce in 30 secondi, si ripete solo se la persona si gira e dopo alcuni minuti riassume la posizione scatenante. Accanto a questi sintomi, può manifestarsi una breve vertigine / instabilità quando si flette od estende la testa o la si gira rapidamente. Qualsiasi manifestazione clinica differente è a dubbio per essere una cupololitiasi. Come immagina non riesco a darle una diagnosi sicura, la quale è basata sull’esecuzione di manovre diagnostiche. La terapia sono le manovre liberatorie. Betaistina e analoghi servono a ridurre l’instabilità che spesso si manifesta anche dopo avvenuta liberazione del canale.
PS: le manovre, ove la diagnosi sia corretta, devono essere ripetute alcune volte in alcuni casi.
Porgo distinti saluti
Roberto Teggi