Un ragazzo con problemi comportamentali

    DOMANDA

    Cara D.ssa, chi scrive è la mamma di un ragazzo di 13 anni.Mio figlio, dal punto di vista scolastico, non è mai stato un tipo tranquillo, ma all’ultimo colloquio avuto pochi giorni fa con la sua tutor mi sono seriamente preoccupata.E’ arrivato addirittura alle mani, non sta fermo è sempre agitato.Lei si starà chiedendo se in famiglia ci sono problemi, adesso le spiego:innanzitutto ha un fratello maggiore (16 anni)che non ha mai dato questi problemi e lui risente di questo, teme il confronto, anche se noi non li abbiamo mai fatti.Ma il problema principale per me è che mio marito nel 2003 si è ammalato di leucemia e, pur salvandosi ha iniziato un calvario che ancora non è finito.Anche fra pochi giorni deve subire un intervento.Lui è innamorato del padre e avrebbe forse bisogno di un modello che gli desse più sicurezza.Al di fuori della scuola è un ragazzo normale, educato e anche gli stessi prof.fino all’anno scorso dicevano che era educato.Purtroppo si è integrato in un gruppo di ragazzi molti vivaci,noi adesso l’abbiamo punito impedendogli di vederli al di fuori della scuola, e lo lascerò in punizione finchè non vedrò che inizia a riflettere sul suo comportamento9.E’ un ragazzo fondalmentalmente buono generoso, ma con poca autostima. Mi può consigliare, abbiamo dato una giusta punizione ? pur avendolo punito gli siamo comunque vicino e gli facciamo sentire la nostra presenza.Grazie D.ssa spero in una sua risposta sono una mamma preoccupata

    RISPOSTA

    Gentile signora,
    sicuramente suo figlio ha risentito della malattia del padre ed è cresciuto con un senso di precarietà e tanta paura della perdita. 
    In tale situazione emotiva, probabilmente ha tentato di assumere condotte che lo potessero portare a identificarsi in ruoli più sicuri: l’agitazione da lei descritta lo conduce da una parte a identificarsi con un gruppo di compagni più aggressivi e per questo percepiti come più “sicuri”; dall’altra tale agitazione vissuta prevalentemente  a scuola denota paura e insicurezza.
    A casa non gli è possibile esprimere agitazione e condotte inadeguate poiché vi è già tanta preoccupazione.
    Da quando è molto piccolo, suo figlio ha dovuto imparare a camminare in punta di piedi e a tenere taciute le sue paure. Probabilmente a scuola questo suo sistema di difesa non funziona e si sente maggiormente in preda alle sue preoccupazioni emotive.
    Vanno bene le sanzioni, ma occorre anche rispecchiare al ragazzo paure e preoccupazioni, dicendogli, per esempio, “capisco quanto puoi avere avuto paura nel corso di questi anni. Capisco quanta rabbia hai sentito nell’avere un padre sempre malato e non come tu l’avresti voluto. Però a scuola devi cercare di non comportarti…”.
    Con continui rispecchiamenti e sanzioni, qualora continuasse a sbagliare, suo figlio si sentirà capito e, allo stesso tempo, contenuto.
    Se tra qualche mese le cose non dovessero però cambiare, sarebbe opportuno chiedere un aiuto psicologico per aiutarvi a superare questa difficoltà.
    Un cordiale saluto
    Rosanna Schiralli 

    Rosanna Schiralli

    Rosanna Schiralli

    Psicologa e psicoterapeuta. Si occupa da anni del disagio degli adulti, dei bambini, degli adolescenti e delle famiglie. È direttore scientifico del Festival Nazionale dell’Educazione; autrice di diversi libri e manuali per genitori e docenti; realizza e coordina progetti europei sull’educazione emotiva; conduce ‘scuole per genitori’; è formatrice di insegnanti e coordina la piattaforma online […]
    Invia una domanda