DOMANDA
Egregio Professore,
Le scrivo avendo rintracciato per caso il Suo contributo sul disturbo della cleptomania in internet. Mia madre – per quanto ne so – ne soffre da una vita. La mia memoria corre all’indietro a circa 17 anni fa quando fu sopresa dai commessi di un supermercato a sottrarre alcuni beni e denunciata. A questo atto conseguirono, oltre alla perdita del posto di lavoro, il dileggio e l’isolamento di presunti amici e conoscenti (salvo rare eccezioni). Dopo mesi di tribolazioni e ad una breve parentesi di analisi presso uno psicologo fiorentino, grazie all’impegno di mio padre era riuscita a reinserirsi in un nuovo ambiente lavorativo e a trovare stimoli per “andare avanti al meglio”.
Lo scorso fine settimana purtroppo lo spettro della cleptomania si è palesato di nuovo. Grazie al buon cuore delle commesse di un negozio frequentato dai miei genitori è stata evitata la denuncia per furto. Ma lo scenario della famiglia è tragico al momento con mia madre in uno stato catatonico indicibile e mio padre pervaso da mille dubbi e preoccupazioni (prima fra tutte mantenere l’onorabilità agli occhi dei suoi colleghi e committenti di lavoro).
Mia madre si è detta disponibile ad affrontare – questa volta in maniera seria e compiuta – un percorso di analisi. Vorrei pertanto un consiglio su come affrontare sin da subito questa vicenda, sopratutto perché – glielo dico in estrema sincerità – temo per il peggio. Rimango in attesa di un Suo cortese riscontro. Cordiali saluti Andrea
RISPOSTA
Immagino che abitiate a Firenze. Sono d’accordo sul rimedio da adottare. Non posso fornire nominativi di colleghi. attraverso tale mezzo pubblico.
Mi scriva o telefoni privatamente per indicazioni
www.robertopani.com