DOMANDA
Salve. Sono una ragazza di 21 anni. Non so più cosa fare.Da quando ho cominciato le superiori, ormai 7 anni fa, tutto è andato male. Ho cominciato a non aver più voglia di fare niente. Facevo sport a livello agonistico ma ho lasciato tutto, non ne avevo più voglia, anche se era la mia ragione di vita.Ho perso 3 anni a scuola perchè non avevo voglia di andarci.Ho fatto esami da privatista.La mia vita sembrava ricominciare, tutto andava bene. Questo anno ho deciso di fequentare la 5 in una scuola pubblica, ma a gennaio, dopo un’interrogazione nonostante tutto lo studio e l’impegno ho preso un misero 5, sono crollata. Ho cominciato ad avere crisi di pianto, attacchi d’ansia, non riuscivo più a respirare e il solo pensiero la sera che il giorno dopo sarei dovuto andare a scuola non mi faceva dormire, entrarci era un calvario.I miei hanno capito che a scuola non mi trovavo bene, perchè probabilmente venedo da privatista sono stata presa di mira, nonostante sia una ragazza di gran intelligenza e con molta voglia di sapere. Mi hanno messo davanti a un bivio: ritirarmi e lavorare fino a settembre, o maturità da privatista. Ho optato per la 2. Fra poco ho gli esami per essere ammessa alla maturità,ma sono crollata di nuovo.Piango,penso a fare un incidente per non fare l’esame,nonostante voglia non riesco a studiare,non riesco a concentrarmi e mi distraggo con tutto.Penso che se morissi sarebbe solo un solievo per i miei genitori.Non so come dirlo a loro,la prenderebbero come una scusa.
RISPOSTA
Cara,
più che tristezza e depressione mi sembra che sia uno stato ansioso che a tratti sfocia in panico, all’idea di andare a fare la maturità. Può capitare, ma da quello che descrive mi viene da domandarle, se l’indirizzo scolastico che lei sta frequentando l’ha scelto lei o è stata consigliata? La sofferenza durante l’iter scolastico non è recente, e dalle cose che scrive nell’ultima parte della lettera , mi sembra che non accenni a stare meglio.
Penso che la salute venga prima di ogni cosa, quindi ritengo che sia il caso di consultare personalmente uno psicologo per fare dei colloqui per gestire l’ansia, e fare un lavoro di orientamento per valutare lei in prima persona che cosa sia meglio fare.
Quello che lei prova , va contestualizzato e visto da diverse angolature, e solo attraverso un colloquio è possibile individuare la strada migliore.
Le auguro tutto quello che desidera.
Dr.ssa Patrizia Frongia