DOMANDA
Gent.mo dott. Guarino mio figlio diciottenne, gioca a calcio e nel mese di gennaio di quest’anno alla ripresa della preparazione invernale, sicuramente sovraccaricato dall’allenamento ha cominciato ad avvertire dolori nella zona lombo-sacrale. Dopo riposo, farmaci e fisioterapia, considerato che il dolore non andava via abbiamo fatto risonanza magnetica da cui è scaturita “piccola ernia posteriore mediana del disco L5-S1 con impronta sul sacco durale in prossimità dell’emergenza delle radici nervose di S1”.
Abbiamo consultanto tutti gli esperti del settore: ortopedici, neurologi, neurochirurgi, osteopati, chiropratici, e professori posturali e tra medicine, ozonoterapia, fisioterapia, ginnastica posturale ecc. tra alti e bassi, a tutt’oggi siamo al punto di partenza. Il neurochirurgo dice che non è da operare, l’ortopedico ci prescrive punture per malati terminali (mia moglie è infermiera e li usa per questi soggetti), l’osteopata/chiropratico, ha manipolato parecchie volte e confezionato plantari per i piedi, il fisiatra gli ha fatto fare tecar e fans, ha fatto anche un ciclo di 15 sedute di ozonoterapia (finita la settimana scorsa). Non abbiamo consultato soltanto un medico di medicina sportiva e traumatologia e non sappiamo più a chi rivolgerci.
Ribadisco che avverte dolore solo quando fa determinati movimenti quali chinarsi in avanti, a riposo non avverte dolore e neanche nelle gambe.
Ci potrebbe dare un consiglio in merito.
In attesa di Suo gradito riscontro saluto.
RISPOSTA
Mai come in questo caso ritengo opportuna una valutazione clinica per esprimere il mio parere. Comunque se a fronte di tutto ciò che è’ stato tentato suo figlio non ha avuto alcun beneficio sostanziale,valuterei importante insistere su una ginnastica “attiva” volta al rinforzo della muscolatura dorso addominale associata a stretching della colonna vertebrale in toto e della muscolatura ischio-crurale; questo per rendere meglio stabilizzata la mobilità vertebrale e più corretta la postura. Metodica questa da applicar si almeno per diversi mesi e di volta in volta testando l’insorgenza o meno della solita sintomatologia. In caso di persistenza, nuovo controllo neurochirurgico magari con indagine elettromiografica