Farmaci biotecnologici e rischio tumori

    DOMANDA

    Buongiorno, Le scrivo per avere un suo parere sull’utilizzo dei farmaci biotecnologici per la cura dell’artrite reumatoide. Da circa 8 anni sono in cura con questi farmaci ottenendo ottimi risultati per quanto riguarda la cura del dolore e della rigidità articolare. I miei timori sono legati alla possibilità che l’uso protratto nel tempo possa favorire l’insorgenza di tumori. Nonostante le rassicurazioni dei reumatologi che mi hanno in cura, (dicono che non ci sono studi o casi documentati di persone che abbiano sviluppato patologie tumorali con l’assunzione dei TNF) il foglietto illustrativo dell’Humira (principio attivo: Adalimumab) dice che in casi rari o molto rari vi è la possibilità di contrarre leucemie, linfomi, melanomi. Sono estremamente preoccupata anche in considerazione del fatto che nel mese di maggio ho eseguito un intervento di exeresi di un nodulo fibroso benigno adeso alla pleura del polmone destro. Dopo alcuni mesi di sospensione dei biologici, ora ho proprio necessità di assumerli di nuovo visto l’intensificarsi del dolore, ma i miei timori sono davvero grandi. La ringrazio per l’attenzione e le porgo cordiali saluti.

    RISPOSTA

    Penso che possa fidarsi dei suoi reumatologi di riferimento. L’adalimumab, in particolare, ancor più dell’infliximab, non mi pare possa rappresentare un importante fattore di rischio per secondi tumori

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Professore Associato in malattie del sangue nel Dipartimento di Oncologia e Emato- Oncologia dell’Università Statale di Milano, lavora presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, dove è responsabile del Centro Trapianti di Midollo Osseo. Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1995, si è poi specializzato in Ematologia nel 1999. Rientrato in Italia […]
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