cosa fare adesso?

    DOMANDA

    Egregio dottor Volta,
    le scrivo sperando in un suo consiglio, perchè sono disperata e non so davvero che cosa fare.
    Recentemente mi sono rivolta ad un ospedale della Sardegna, tra quelli elencati nel sito del ministero della sanità per questo tipo di diagnosi, gli esami ematici sono negativi, e la gastroscopia con biopsie (eseguite solo nella seconda sezione duodenale), ha portato a un referto istopatologico che recita “prelievi di mucosa duodenale nei limiti della norma”.
    Mi conferma, come penso, che il referto non è stato fatto nell’osservanza del protocollo diagnostico? Alla mia richiesta che venisse riscritto con la presenza di tutti gli elementi richiesti dal protocollo, la patologa, dopo varie insistenze, ha accettato (non so cosa ne verrà fuori), ma rifiuta categoricamente di riportare la classificazione secondo Marsch, perchè, a suo dire, non si deve riportare nel caso che la celiachia non sia emersa dall’esame che lei ha effettuato, e perchè, sempre secondo quanto lei afferma, se riportasse il grado, qualcuno leggendo il referto potrebbe essere indotto in errore a reputarmi celiaca…A me risulta che entrambe le affermazioni siano ingiustificabili e denotino violazione del protocollo. Me lo conferma? E ora cosa faccio? potrei far revisionare i vetrini, ma non saprei dove rivolgermi. Lei saprebbe dove indirizzarmi? Avrei diritto a farli revisionare gratuitamente visto che sono davanti a una situazione di cui io non ho colpa, e pago i ticket nonostante non lavori?

    RISPOSTA

    Gentile Signora,
    la risposta dell’esame istologico della biopsia duodenale dovrebbe sempre riportare i seguenti parametri: rapporto villo/cripta, la presenza o assenza di ipertrofia delle cripte e il numero dei linfociti intraepiteliali nonché la eventuale presenza di atrofia dei villi. Certamente è possibile che il patologo abbia trovato tutto nella norma e si sia limitato a segnalare che la mucosa duodenale non presentava aspetti patologici. In ogni caso la sua richiesta di avere un referto più completo mi sembra legittima: in quanto a riportare la classificazione di Marsh-Oberhuber o quella di Corazza-Villanacci (le due attualmente utilizzate in tutto il mondo), questo è a discrezione del patologo in quanto un gastroenterologo esperto deve essere in grado di risalire allo stadio delle due classificazioni leggendo la descrizione dei parametri soprariportati. La sede delle biopsie è comunque corretta in quanto queste devono essere eseguite nella seconda porzione duodenale e, per maggior completezza, anche a livello del bulbo duodenale. Può sicuramente, se lo desidera, far visionare la sua biopsia d un patologo d’eccellenza per un secondo parere. In tal senso la massima autorità in campo nazionale è il dr Vincenzo Villanacci di Brescia, che ha redatto le linee guida sulla biopsia duodenale per l’Associazione Italiana Celiachia. Se posso comunque permettermi di darle un consiglio, prima di tutto affiderei il suo caso ad un clinico esperto per la valutazione complessiva dei suoi sintomi nonché degli esami di laboratorio (sierologia esami di assorbimento e genetica)
    Distinti saluti.
    Prof. Umberto Volta
    Dip Scienze Mediche e Chirurgiche
    Università di Bologna
    Board Scientifico AIC

    Umberto Volta

    Umberto Volta

    Già responsabile della struttura semplice di malattia celiaca e sindromi da malassorbimento al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. Nato a Parma nel 1952, si è laureato all’Università di Bologna, dove si è specializzato in medicina interna e in malattie dell’apparato cardiovascolare. È stato professore di medicina interna della scuola di specializzazione in medicina interna dell’Università di […]
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